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“Siamo qui”. Un calendario per sostenere l’accoglienza dal basso della Cooperativa Caracol di Marghera

Anche dopo lo sbarco, la tempesta continua a terra

Dopo circa 2 anni e mezzo si è chiusa l’esperienza di gestione del Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) da parte della Cooperativa Caracol.

Da queste pagine avevamo ribattezzato quel centro aperto nella municipalità di Marghera, comune di Venezia-Mestre, come il “Cas dalle porte aperte“, in quanto durante la nostra visita si respirava un’aria decisamente diversa da quella dei centri inospitali e spesso inaccessibili che in tanti anni di monitoraggio abbiamo denunciato.

Ma nonostante questa chiusura ufficiale, il lavoro della cooperativa non è cessato. Anzi, anche nel modo in cui si termina un’esperienza si percepisce una differenza abissale con altri centri che hanno letteralmente messo in mezzo alla strada, da un giorno all’altro, centinaia di persone. L’impegno continua poiché la struttura ospita ancora oggi 12 richiedenti asilo in attesa dei ricorsi per il permesso di soggiorno.
In questa fase per loro è impossibile trovare un alloggio e costruirsi finalmente la vita nella quale hanno investito tanto in Italia ed è per questo – spiega Caracol – che sogniamo un lieto fine per tutti e per questo ci stiamo impegnando a continuare, seppure non formalmente, ad accogliere chi sta ancora aspettando“.

Gli operatori e le operatrici della cooperativa hanno infatti scelto di non partecipare ai nuovi bandi per la gestione di strutture con le nuove regole volute dal precedente governo. “Siamo contrari a modalità di accoglienza che assomigliano a dei parcheggi per esseri umani senza alcun investimento nell’inclusione scolastica, sociale e lavorativa nel territorio. Nonostante il cambio di governo non si intravede alcun cambiamento di rotta e questo non ci stupisce“.

Ripercorrendo quanto fatto in questi anni, per Caracol la scommessa iniziata nel 2017 con 21 ragazzi “è stata vinta solo in parte“.

5 ragazzi – affermano – hanno ottenuto il tanto desiderato permesso di soggiorno (e hanno potuto finalmente iniziare la loro vita fuori da un centro di accoglienza) e 4 ragazzi hanno scelto di tentare la fortuna altrove. Per 12 ragazzi invece, nonostante abbiano frequentato la scuola, abbiano svolto attività di volontariato nel territorio e nonostante stiano lavorando da oltre due anni con contratto in regola la battaglia continua. Le costanti battute d’arresto nelle Commissioni per il Riconoscimento della Protezione internazionale e nei Tribunali fanno si che dei cittadini residenti e dei lavoratori rischino in ogni momento di trovarsi irregolari“.

Abbiamo però bisogno – conclude la cooperativa – di essere sostenuti da chi crede nella nostra scommessa. Le spese di gestione per il centro di accoglienza, ma soprattutto le spese legali sono elevate e vogliamo promuovere iniziative per sostenere dal basso questa nostra nuova esperienza“.

Fino ad oggi sono già state effettuate cene sociali ed eventi musicali, e per il nuovo anno Caracol ha realizzato il calendario “Siamo qui” con le foto degli ospiti.

E’ possibile sostenere l’accoglienza dal basso della Caracol acquistando un calendario e partecipando ai numerosi eventi che saranno programmati nei prossimi mesi.

– Info: [email protected]
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