Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Siamo tutti Bingo Bongo

Gli immigrati vanno quotati come le merci” 29 ottobre 2003
«Le case si danno anzitutto ai lombardi e non al primo Bingo Bongo che arriva» 4 dicembre 2003, Ministro leghista Umberto Bossi
Come si può risolvere il problema degli immigrati in strada a Treviso? «Peccato che il forno crematorio del cimitero di Santa Bona non sia ancora pronto…»19 novembre 2003, Senatore leghista Piergiorgio Stiffoni

Queste recenti dichiarazioni sono state fatte da importanti rappresentanti istituzionali come un Ministro e un Senatore della Repubblica, entrambi esponenti dello stesso partito, tra cui il firmatario della nuova legge sull’immigrazione, Bossi, per l’appunto.

Se da una parte queste frasi hanno scatenato reazioni di sconcerto e rabbia, dall’altra ci indicano la realtà che gli immigrati vivono quotidianamente in Italia. Realtà fatta di politiche di esclusione e di discriminazione. Queste dichiarazioni si riferiscono ad una situazione già esistente.
Gli immigrati sono già trattati come merci, braccia da lavoro che devono scomparire dopo l’orario di lavoro per riemergere il mattino dopo, possibilmente con il sorriso in bocca.
Vediamo questa situazione a partire dal territorio dove la Lega governa indisturbata da anni: Treviso.

L’esempio di Treviso
Recentemente nel capoluogo della Marca, territorio tra i più ricchi d’Europa, sono stati buttati fisicamente in mezzo ad una strada circa 150 lavoratori stranieri, tutti con regolare permesso di soggiorno, residenti da anni nel nostro paese, con l’unica colpa di abitare in stabili occupati come alternativa alla strada. Nessuno affitta loro una casa, nessun ente o amministrazione si pone seriamente il problema di come di risolvere la questione abitativa per queste persone. L’intervento non è arrivato nemmeno in presenza della situazione drammatica determinata dagli sgomberi.

A risolvere il problema, ancora una volta, è stata la società civile, la solidarietà del comitato M21 di Treviso, l’ass. Razzismo Stop di Mestre e Padova, comitati locali, centri sociali, boy scouts e tanti singoli cittadini. A pochi giorni dagli sgomberi di S. Artemio e Casier gli oltre cento lavoratori immigrati, si sono riconquistati il diritto alla casa attraverso l’occupazione di nuove palazzine.
Dalle istituzioni competenti non sono ancora arrivate risposte a questo problema e su questo caso, come in altre occasioni, abbiamo assistito allo squallido teatrino del rimpallo di responsabilità tra gli enti pubblici e gli industriali. Toccherebbe a questi ultimi – secondo Regione, Provincia, Comune – garantire l’alloggio ai lavoratori immigrati, in base alla Bossi Fini. Niente di più falso.

La situazione nazionale
La situazione nazionale non è certo migliore. Ad intervenire negativamente ci pensa la legge Bossi Fini, attraverso una politica di esclusione e discriminazione, e attraverso norme che vincolano pericolosamente il lavoratore immigrato al contratto di lavoro.
È paradossale che mentre cresce il numero delle presenze di questi nuovi cittadini in tutto il territorio nazionale, si intervenga con norme che colpiscono pesantemente i diritti minimi come quello alla casa, alla ricongiunzione familiare, ai contributi versati durante gli anni di lavoro, alla maternità, ecc. Diritti di cittadinanza negati.
La filosofia della legge Bossi Fini è chiara: il lavoratore immigrato è ospite, è un immigrato temporaneo.….una merce, appunto.

Attraverso il lavoro e l’informazione il Progetto Melting Pot (quesiti, segnalazioni, approfondimenti, indicazioni, suggerimenti, commenti, consulenza gratuita) si propone di contribuire alla promozione e alla rivendicazione dei diritti di cittadinanza, per tutti quei cittadini che la legge vorrebbe rendere sempre più invisibili.

Questo è possibile anche grazie alle vostre segnalazioni che spesso ci permettono di produrre vere e proprie inchieste sulle politiche messe in atto dalle amministrazioni e le prassi seguite dalle questure italiane, consolati e uffici pubblici.

Ringraziamo chi ci scrive e contribuisce a rendere più vivo questo progetto di comunicazione, sperando possa essere uno strumento utile per aiutare a garantire maggiori diritti per tutti.