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Sicurezza, Ue: ”’Pacchetto’ viola diritti umani e principi umanitari”

Presentando un rapporto sulla base della sua visita compiuta a Roma il 19 e il 20 giugno

“La preoccupazione per la sicurezza non può essere l’unica base per la politica di immigrazione. Le misure prese in Italia violano i diritti umani e i principi umanitari e possono provocare ulteriore xenofobia”. Sono durissime le parole usate del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, presentando un rapporto sul pacchetto sicurezza adottato dal governo sulla base della sua visita compiuta a Roma il 19 e il 20 giugno.

Il Commissario, si legge in un comunicato, “ha espresso forte preoccupazione per il ‘pacchetto sicurezza’ che sembra prendere di mira gli immigranti rom, e per la dichiarazione dello stato di emergenza in tre regioni italiane”. Secondo il rapporto Hammarberg “la frequente adozione di misure legislative d’emergenza e di altre miusre da parte di uno Stato membro del Consiglio d’Europa indica la grave debolezza del meccanismo statale che sembra non essere in grado di trattare con i problemi sociali”.

Per Hammarberg “la vasta maggioranza dei Rom e dei Sinti hanno urgente bisogno di reale protezione dei propri diritti umani, in particolare i diritti sociali, come il diritto di alloggi adeguati ed istruzione, da parte delle autorità nazionali, regionali e locali”. “Adottare lo Stato d’emergenza e fornire maggiori poteri ai ‘commissari speciali’ e alla Polizia – ammonisce ancora il Consiglio d’Europa – potrebbe non essere la migliore opzione possibile per trattare con i bisogni delle popolazioni Rom e Sinti”.

E critica le condizioni di vita in campi nomadi “come il Casilino 900” a Roma sono “inaccettabili”. “Le autorità italiane devono dare priorità all’adozione di misure per il miglioramento delle condizioni di vita dei Rom e dei Sinti”. “Le autorita’ italiane -prosegue il documento- devono sforzarsi per fornire ai Rom e ai Sinti alloggi adeguati, che significano abitazioni strutturalmente sicure , anche da un punto di vista igienico e sanitario”. Il commissario è anche “estremamente preoccupato” per gli atti di violenza contro i campi nomadi in Italia “senza che vi fosse una effettiva protezione da parte delle forze dell’ordine che a loro volta hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti”. In questo contesto, chiede alle autorità italiane di garantire “che tutti i membri delle forze di Polizia abbiano una sistematica, basica e continua istruzione in materia di protezione dei diritti umani” ma anche di “assicurare indagini effettive nei casi di uso illecito della forza da parte della Polizia”.

Nel mirino di Hammarberg anche “la decisione di criminalizzare l’ingresso di migranti e il soggiorno irregolare”. In questo il commissario del Consiglio d’Europa vede “un preoccupante allontamento dai principi della legge internazionale vigente”. Tali misure, dichiara, “possono rendere più difficile per i rifugiati chiedere l’asilo e potrebbe provocare un’ulteriore stigmatizazione e marginalizzazione di tutti i migranti”. L’elenco delle critiche del Consiglio d’Europa non si ferma qui. Hammarberg “nota con grande preoccupazione che l’Italia ha forzatamente rimandato migranti in paesi in cui è provato l’uso della tortura”. Il Commissario fa riferimento al “cittadino tunisino espulso per ordine del ministro dell’Interno, nel quadro della legge sulle misure d’emergenze per combattere il terrorismo”, dichiarandosi “contrario al fatto che tali decisioni siano prese sull abase di assicurazioni diplomatiche”.

Il riferimento è Essid Sami Ben Khemais, espulso in giugno, nonostante avesse fatto ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo contro un precedente decreto di espulsione. La Corte aveva decretato la sospensione del decreto visto che la Tunisia “non garantisce i diritti umani”. Nel comunicato diffuso anche a Bruxelles Hammarberg aggiunge: “Il diritto dell’appello (contro l’espulsione) è una pietra miliare del sistema europeo di tutela dei diritti umani”. Infine, il commissario “esorta le autorità italiane a procedere rapidamente con la creazione di un’efficace istituzione nazionale sui diritti umani, per rafforzare il sistema di protezione del paese”.