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Smascherato il patto segreto maltese con la Libia sui migranti

Ivan Martin, Times Malta - 11 novembre 2019

Neville Gafà (in fondo a sinistra) e accanto a lui il Colonnello Clinton O'Neil, capo dell’area Intelligence, Operazioni e Piani della AFM (forze armate maltesi) durante l’incontro con Ahmed Maiteeq, Vice Primo Ministro Libico (in fondo a destra).

Malta ha segretamente negoziato un accordo con la Libia teso alla coordinazione fra le forze armate maltesi e la guardia costiera libica al fine di intercettare i migranti diretti verso l’isola e riportarli nella nazione nordafricana martoriata dalla guerra.

L’accordo di “reciproca cooperazione” è stato raggiunto fra i membri della AFM (le Forze Armate Maltesi) e la guardia costiera libica per mano dell’intermediazione del funzionario di governo Neville Gafà.

Neville Gafà, che ricopre per l’Ufficio del Primo Ministro una carica non ancora ben precisata, ha ricevuto diverse accuse di corruzione legata al rilascio di visti per motivi di salute a cittadini libici, accuse che lui respinge.

È stato bersagliato dalle critiche per essersi fatto passare come “inviato speciale del Primo Ministro Joseph Muscat” durante gli incontri con il governo libico ed in seguito alla scoperta di un suo incontro con un comandante della milizia libica responsabile dei giri di estorsione e di un centro privato di detenzione, dove furono rinchiusi simpatizzanti e funzionari del vecchio regime.

Durante uno degli incontri tenutosi il 18 giugno, Neville Gafà prese parte, come osservatore, alle trattative con il Vice Primo Ministro Libico Ahmed Maiteeq, presenziate dal colonello Clinton O’Neill, capo dell’area intelligence, operazioni e piani della AFM.

L’incontro fu diretto dal nuovo ambasciatore maltese in Libia, Charles Saliba.

Tuttavia, una vecchia fonte del governo ha raccontato al The Sunday Times di Malta che le trattative fra Neville Gafà, la AFM e le autorità libiche sul tema della cooperazione, iniziarono, per la prima volta, un anno fa circa.

Abbiamo raggiunto quella che si potrebbe chiamare un’intesa con i libici. Quando c’è un’imbarcazione diretta verso le nostre acque, l’AFM si coordina con i libici che li prendono e li riportano indietro in Libia prima che essi raggiungano le nostre acque e che diventi responsabilità nostra”, ha riferito la fonte.

Ha aggiunto, poi, che se non fosse stato raggiunto l’accordo con la Libia, a quest’ora, l’isola sarebbe stata “sommersa dai migranti”.

Un portavoce del Primo Ministro ha detto, la scorsa notte, che incontri bilaterali su diversi settori sono tenuti regolarmente e Malta agisce sempre secondo valide leggi e convenzioni internazionali. “L’UE si schiera attivamente in favore della conformità alle disposizioni delle autorità competenti e contro l’ostruzione delle operazioni della guarda costiera libica, finanziata ed addestrata dall’UE, che contribuiscono a sostenere la gestione dell’immigrazione e combattere il traffico”.

Le aree di ricerca e soccorso fanno parte del mare aperto dove le risorse militari straniere hanno tutto il diritto di investigare su qualsiasi attività illegale che parta dalle loro coste“, ha aggiunto il portavoce.

Senza un accordo, a quest’ora, l’isola sarebbe stata sommersa dai migranti”.

Negli scorsi mesi, Malta ha continuato ad accogliere migranti per ragioni umanitarie e richiedenti asilo, anche quando non era giuridicamente obbligata a farlo, per spirito di cooperazione con gli altri Stati Europei e di solidarietà con i migranti”.

Alla domanda se, almeno nel caso di una richiesta, la guardia costiera libica fosse entrata nell’area di ricerca e soccorso maltese, l’Ufficio del Primo Ministro non ha ancora fornito una risposta così come non si è espresso circa il fatto se consideri o meno la Libia un porto sicuro. In un tweet su un particolare episodio del genere, accaduto il 18 ottobre, Vincent Cochetel, inviato speciale dell’UNHCR per il Mediterraneo Centrale, ha detto di credere che si possa trattare di un caso di violazione del diritto marittimo.

Il problema è che i migranti furono fatti sbarcare in Libia. Sicuramente si tratta di violazione del diritto marittimo. È evidente che la Libia non è un porto sicuro”, ha detto.

Un portavoce dell’ufficio dell’UNHCR a Roma ha riferito di essersi messo in comunicazione con le autorità maltesi per dei chiarimenti, ma di essere ancora in attesa di ricevere rilevanti informazioni.

La lista di accuse alla guardia costiera libica è lunga: violazione dei diritti umani, tra cui le torture; intralcio alle operazioni di soccorso da parte di gruppi di soccorso volontari e legami con bande di trafficanti, sono solo alcune delle tante.

La foto, scattata il primo ottobre, ritrae dei migranti salvati in mare seduti su un molo vicino ad una imbarcazione della guardia costiera libica a Khoms, 120 chilometri ad est della capitale

La fonte di governo, tuttavia, ha giustificato il patto dicendo che fa seguito ad una intesa simile raggiunta tra il governo libico e quello italiano.

Inoltre, è in accordo con la posizione dell’UE, fortemente criticata, di sostenere le autorità libiche, ha detto.

Il numero di migranti che attraversano il Mediterraneo Centrale dalla Libia è calato drasticamente negli ultimi anni, da quasi 120.000 migranti nel 2017 a 23.000 nel 2018. E quest’anno, finora, il numero di migranti provenienti dalla Libia è diminuito ulteriormente.

Sebbene Malta abbia accolto complessivamente pochi migranti nel periodo di picco della crisi migratoria nel Mediterraneo centrale tra il 2014 e il 2017, periodo in cui l’Italia era incaricata dell’azione di soccorso ed ha accettato lo sbarco di praticamente quasi tutti i migranti salvati in mare, la tendenza è cambiata intorno al 2018 quando un governo di destra è stato eletto in Italia.

Negli ultimi due anni, il governo italiano ha di fatto chiuso i porti del Paese alle operazioni di ricerca e soccorso per ragioni umanitarie e ha ridimensionato le proprie operazioni di soccorso, reindirizzando centinaia di migranti verso Malta.

A settembre, l’UE ha esteso per sei mesi la sua missione contro il traffico di migranti lungo le coste mediterranee libiche. Tuttavia, le operazioni navali attuali da parte dell’UE rimangono ferme, visto che il mandato, adesso, consiste in via principale nel supporto aereo e nell’addestramento della mal equipaggiata guardia costiera libica.

I sostenitori dei diritti umani hanno ripetutamente lanciato appelli all’UE affinché fermi la linea politica che permette di riportare i migranti in Libia dove devono affrontare condizioni infernali nei centri di detenzione, come denuncia l’organizzazione dell’ONU.

Cochetel insiste nel ribadire che non ci sono porti sicuri in Libia per gli arrivi dei migranti.