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Soccorritori sotto attacco. Il caso Iuventa

Blaming the Rescuers, marzo 2018

Photo credit: Moonbird Airborne Operation / www.sea-watch.org, www.hpi.swiss

Come dimostrato nel nostro rapporto Blaming the Rescuers (Soccorritori sotto attacco), a partire dalla fine del 2016, una crescente campagna di delegittimazione e criminalizzazione è stata sistematicamente indirizzata nei confronti di organizzazioni non governative (ONG) impegnate nella ricerca e salvataggio nel mar Mediterraneo.

Queste organizzazioni hanno coraggiosamente dispiegato le loro missioni di salvataggio nel disperato tentativo di riempire il vuoto nelle capacità di ricerca e salvataggio in mare lasciato dalla decisione congiunta dall’UE e dai suoi stati membri di ritirarsi dalle operazioni di salvataggio in mare risalente alla fine del 2014.

Nel nostro report abbiamo analizzato e contrastato le argomentazioni utilizzate per alimentare una “narrativa tossica” per descrivere le ONG di soccorso da parte di alcune agenzie dell’UE tra cui Frontex, oltre a diversi corpi istituzionali italiani.

Mentre tale campagna è largamente rimasta su un livello discorsivo, nel corso dell’estate 2017 si è assistito a una rapida scalata accelerata dal tentativo del governo italiano di imporre un “codice di condotta” alle ONG di soccorso. Al tentativo del governo è seguito un intenso momento di stallo, dal momento che molte ONG, dalle organizzazioni più grandi come Medici Senza Frontiere alle più piccole come la tedesca Judend Rettet (Giovani in soccorso), si sono rifiutate di firmare prima della scadenza del 31 luglio 2017, affermando che il codice di condotta avrebbe minacciato le loro attività nel mare con delle richieste che un eminente accademico ha descritto come insensate”, “disoneste” e “illegali.

Il 2 agosto 2017, solo qualche giorno oltre la scadenza fissata, la Iuventa, la nave degli Jugend Rettet, è stata sequestrata su mandato giudiziario italiano per il sospetto di “assistenza alla migrazione illegale” e collusione con i trafficanti durante tre diverse operazioni di salvataggio.

Sebbene finora non siano state mosse accuse nei confronti dell’equipaggio della Iuventa né tanto meno nei confronti dell’organizzazione Judend Rettet, e quindi rendendo estremamente difficile una eventuale risposta a queste accuse da parte loro, la nave rimane sotto la custodia della Polizia italiana nel porto di Trapani, in Sicilia.

Il video qui riportato, parte di un lavoro ancora in corso, offre un elemento di contro-indagine alla versione delle autorità riguardo a uno degli episodi menzionati, un’operazione di salvataggio avvenuta nelle prime ore della mattina del 18 giugno 2017. Un’analisi degli altri due episodi per cui la Iuventa è stata accusata sarà pubblicata nelle prossime settimane.

Team di Progetto Oceanografia Forense: Charles Heller, Lorenzo Pezzani
Team di Progetto Architettura Forense: Nathan Su, Christina Varvia, Eyal Weizman, Grace Quah
Riprese e Fotogrammi di Jugend Rettet e.V. and Reuters
Realizzato con il supporto di Borderline Europe, la piattaforma WatchTheMed e Transmediale

Leggi anche:
La sintesi del rapporto: “Accusare i soccorritori. Criminalizzare la solidarietà, rafforzare la deterrenza”
A cura di Charles Heller e Lorenzo Pezzani (Forensic Oceanography, parte dell’agenzia Forensic Architecture, Goldsmiths, University of London)
Pubblicato online su Lavoro Culturale