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Social Card – Ai cittadini stranieri viene chiesto di restituire le somme ricevute

Ma la nostra testimonianza registrata racconta di come fossero gli operatori di Poste Italiane a confondere i migranti

Si tratta di un provvedimento datato ormai 2008, la social card o carta acquisti, cioè le poche briciole messe a disposizione dal governo con l’affacciarsi della crisi economica che tanto fecero discutere.

Il bonus, che consisteva in una tessera su cui venivano accreditati 40 euro mensili, era destinato ad alcune categorie di persone ben definite.
Oltre ai cittadini italiani o comunitari di età superiore ai 65 anni, potevano presentare la domanda per ottenere la carta acquisti chi era in possesso dei seguenti requisiti:

– di età inferiore a 3 anni;

cittadino/a italiano/a residente in Italia e regolarmente iscritto all’Anagrafe;

– avere un ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente), in corso di validità, inferiore a 6.000 €;

– non essere, da solo o insieme all’esercente la potestà genitoriale (soggetto affidatario) e all’altro esercente la potestà genitoriale (soggetto affidatario):
o intestatario/i di più di una utenza elettrica domestica;
o intestatario/i di più di una utenza elettrica non domestica;
o intestatario/i di più di due utenze del gas;
o proprietario/i di più di due autoveicoli;
o proprietario/i, con una quota superiore o uguale al 25%, di più di un immobile ad uso abitativo;
o proprietario/i, con una quota superiore o uguale al 10%, di immobili non ad uso abitativo o di categoria catastale C7;
o titolare/i di un patrimonio mobiliare, come rilevato nella dichiarazione ISEE, superiore a 15.000 €.

Questi i parametri riportati dal sito dell’Inps, di Poste Italiane, del Ministero, degli enti locali.

Cosa è accaduto?
E’ il punto 2 a creare l”equivoco” in questione. Un mix tra incompetenza e ingiustizia che spesso si scaglia contro la vita dei cittadini stranieri.
Il requisito della cittadinanza italiana è parso fin da subito infatti discriminatorio.
Molti cittadini stranieri si sono però recati presso gli sportelli degli uffici postali per chiedere informazioni sulla carta acquisti e complice l’incompetenza delle Questure e la confusione gettata addosso agli impiegati di Poste Italiane, ecco cosa è avventuo.

In primo luogo alcune tessere di riconoscimento dei figli minori di anni 3 (quelle bianche che si accompagnano al permesso del genitore) riportavano, sotto la voce “cittadinanza” la sigla ITA, in virtù della semplice nascita sul territorio nazionale dei minori nonostante la cittadinanza dei genitori fosse straniera. Ma così (ahinoi!) non funziona.

In secondo luogo le informazioni fornite dagli impiegati degli sportelli di Poste Italiane furono errate e fuorvianti come testimoniamo con questa telefonata registrata nel mese di maggio del 2009. Sia chiaro, sappiamo che non si tratta di una colpa da attribuire agli impiegati ma alla mancanza di informazioni corrette da parte dei ministeri.

La registrazione di una chiamata all’ufficio postale che testimonia la diffusione di informazioni errate

Oggi il paradosso è che iniziano ad essere recapitate a casa degli stranieri che hanno usufruito delle briciole elargite dal Governo non certo frodando lo Stato ma per la semplice incompetenza dell’amministrazione, lettere con le quali si richiede la restituzione delle somme dovute così come era avvenuto con il bonus bebé qualche anno fa.