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da Il Piccolo di Trieste del 20 ottobre 2007

Sommossa al Cpt, immigrati inseguiti sui tetti

Nessuno sarebbe riuscito a fuggire, anche se sono state effettuate

Nuova tensione e proteste ieri sera all’interno dell’ex caserma «Polonio» di via Udine. La polizia ha affrontato gli extracomunitari in assetto antiguerriglia.

Gradisca. Nuova sommossa ieri sera all’interno del Cpt con alcuni immigrati che hanno tentato e, pare, senza riuscirvi di uscire all’esterno dell’ex caserma di via Udine.
Sono quasi le 21 e due teste spuntano da dietro il muro di cinta dell’ex-caserma Polonio. Sono quelle di due dei quattro immigrati del Centro di permanenza temporanea che attorno alle 19 si sono arrampicati sui tetti del Cpta. I due si guardano, si dicono qualcosa poi, a quattro
zampe, si muovono in diagonale verso l’alto. Sentono una voce e si acquattano sulla copertura rossa delle camerate della sezione di prima accoglienza. Così facendo credono di diventare invisibili, ma la loro sagoma si vede bene, è inconfondibile. Quando si accorgono d’essere stati scoperti si rialzano e spariscono sul lato opposto.
Passano alcuni minuti e, da dietro al muro, compaiono altre tre teste: sono quelle dei poliziotti che li inseguono per convincerli a scendere. I loro compagni lo hanno già fatto. Il freddo pungente è insopportabile. Uno degli agenti si arrampica fino in cima al tetto, gli altri due si
allargano sui lati in una manovra di accerchiamento.
Quello in mezzo è in borghese, si gira e, rivolto a uno dei due compagni, prima di scendere dice: «Il collega mi avverte che hanno una lametta in mano, stai attento».
Anche se in un primo momento si era sparsa la notizia che quattro ospiti fossero riusciti a scavalcare il muro di cinta e disperdersi nelle campagne, in seguito è emerso che nessuno degli immigrati accolti al Cpta è riuscito a fuggire. Fino a dopo l’appello, le pattuglie hanno
comunque perlustrato le aree intorno all’ex Polonio. Gli agenti in assetto anti-sommossa erano pronti per un eventuale lancio di lacrimogeni, ma nessun colpo è stato sparato o almeno all’esterno non si sono notate alzarsi le volute di fumo.
Dopo l’aggressione di mercoledì subita da uno degli operatori, all’interno della struttura i dipendenti di Minerva hanno paura. Fino alla fine di agosto la situazione è rimasta tranquilla, ma dopo i tentativi di fuga messi in atto dagli egiziani rimpatriati a settembre, il clima è cambiato radicalmente. Problemi se ne registrano sempre più
spesso anche nella zona, teoricamente meno critica, della prima accoglienza.
E ieri mattina erano scesi in piazza davanti alla sede della Prefettura una sessantina di ospiti del Cpa per chiedere con forza asilo politico all’Italia. Appoggiati da un gruppo di attivisti delle associazioni anti-Cpt operanti nella zona, decine di immigrati, prevalentemente
provenienti dall’Africa, hanno manifestato con striscioni e canti.
«Questa protesta – spiega Cristian Massimo, facente parte del gruppo Osservatorio sul Cpt e tra gli organizzatori della manifestazione – è stata chiesta dagli ospiti del Cpa per richiedere dei diritti garantiti dalla Costituzione italiana: per i detenuti nel Centro di permanenza
temporanea di Gradisca entrare nel piano nazionale asilo è un diritto.
Delle 120 persone richiedenti asilo ospiti del Cpa qui sono presenti poco più della metà – dice ancora Massimo – e con loro presenteremo alla Prefettura la domanda per essere accettati all’interno dello Sprar, il piano nazionale per l’asilo politico. In molti all’interno della struttura non sapevano di poter accedere a questa possibilità: è stata
una grave mancanza».
Stefano Bizzi