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Spagna – Il Governo del PP alza un muro contro i migranti nel porto di Bilbao

Danilo Albin, Público - 6 ottobre 2017

Photo credit: Danilo Albin

Il fantasma di Donald Trump ha attraccato nel porto di Bilbao. Emulando il discusso presidente degli Stati Uniti, i responsabili dell’infrastruttura hanno ordinato la costruzione di un muro per cercare di impedire che i migranti – in maggioranza albanesi, sebbene ci siano anche afghani o pakistani – provino a nascondersi nei traghetti che ogni settimana partono verso il Regno Unito. È questa la ricetta della Delegación de Gobierno per cercare di risolvere un problema derivato dalla chiusura della cosiddetta Jungle di Calais. Se lì li ha cacciati la Polizia, qui andranno a scontrarsi col cemento.

No, non mi faccia foto. Non voglio che la mia famiglia mi veda. Glielo chiedo per favore”, ha detto qualche giorno fa a Público uno dei giovani precariamente sistemati in una delle 15 tende installate in un campo di Zierbena, la località in cui si trova il porto. Era lì da diverse settimane, e aveva un solo obiettivo: nascondersi in una delle tre navi della compagnia Brittany Ferries dirette a Portsmouth, nel sud del Regno Unito.

Alcuni giorni prima, questo ragazzo era stato identificato dagli agenti del reparto celere della Policía Nacional, che si erano presentati all’accampamento alle prime luci dell’alba, quando lui e i suoi compagni – circa 70 – stavano ancora dormendo. Ancora con la paura dentro, la sua unica preoccupazione era che la camera che ora gli puntavo non fosse della Policía. “Mostrami la foto”, implorava. Quando ha visto che nelle immagini non apparivano né lui, né i suoi compagni, ha tirato un sospiro di sollievo, ha ringraziato e si è allontanato.

Oggi la sua tenda non c’è già più. E nemmeno quelle dei suoi compagni. Il campo è stato smantellato da diversi giorni, sebbene gli abitanti di Zierbena sanno bene che nei dintorni di questo piccolo municipio continuano a vivere precariamente diversi giovani migranti. Agli occhi degli Stati non sono rifugiati, poiché provengono da paesi che ufficialmente non sono in guerra. Questo criterio si applica per l’Albania, ma anche per l’Afghanistan. Anche da quest’ultimo paese – o Stato fallito – molti ragazzi sono arrivati nel porto di Bilbao con lo scopo di raggiungere Pourtsmouth. Missione difficile. Quasi impossibile.

Non c’è giorno in cui non scopriamo qualcuno mentre cerca di imbarcarsi di nascosto. Alcuni, che hanno il passaporto, già li conosciamo per nome”, ha dichiarato questo venerdì a Público un membro della Polizia Portuale. Non molto lontano, diversi operai continuavano ad allestire il cantiere più controverso che Zierbena ed Euskadi (la Comunità dei Paesi Baschi, n.d.t.) abbiano mai conosciuto: quello del muro contro i migranti. Noi lo chiamiamo ‘il muro della vergogna’”, ha sottolineato Helena Altuna, attivista del collettivo Etorri Errefuxiatuak (Bienvenidos Refugiados) nella zona di Bizkaia (la provincia basca della città di Bilbao, n.d.t.).

Il gigante di cemento di quattro metri si trova nella zona del parcheggio. “È lì che di solito sostano i rimorchi che poi salgono nelle navi, nei quali molte persone cercano di nascondersi”, hanno spiegato a questo giornale fonti portuali. Di fatto, le tratte che la Brittany Ferries realizza dal porto di Bilbao sono destinate, unicamente ed esclusivamente, a passeggeri che portano con sé un qualche tipo di spedizione.

L’ultima nave di questa settimana è partita giovedì. La prossima partirà martedì. Nel frattempo, la costruzione del muro procede a ritmo sostenuto. “Quale sarà il prossimo passo? Si chiuderà il mare?”, si chiede la Altuna. L’attivista ha ricordato che da questo stesso porto “partono imbarcazioni cariche di armi destinate all’Arabia Saudita”. Si tratta, nello specifico, dell’altro aspetto che di recente ha trasformato questo sbocco al mare in ‘notizia’. “Per questo non ci sono muri, ma per la gente si”, ha sottolineato.

Reazioni in Parlamento

L’indignazione è arrivata fin dentro il Parlamento Basco, dove Elkarrekin Podemos (Unidos Podemos) ha sollecitato l’intervento della segretaria per i Diritti Umani del Governo Autonomo, Monika Hernando, e della consigliera per l’Industria, Arantxa Tapia. La creazione di muri come questo ci spinge a parallelismi con altri spazi di transito, come ad esempio i valichi di Melilla, ha affermato Tinixara Guanche, parlamentare di Elkarrekin Podemos. A suo giudizio, “non sono soluzioni, ma meri rattoppi che, peraltro, contribuiscono a violare ancor di più i diritti delle persone; un’ulteriore dimostrazione delle politiche criminali di frontiera della Fortezza Europa, che criminalizza persone che, giorno per giorno, l’unica cosa che cercano è un luogo nel quale poter sviluppare un progetto di vita degno”.

La Guanche si è focalizzata anche su un altro aspetto: “Nello scorso mese di aprile, il lehendakari (Presidente, n.d.t.) si è impegnato a proporre ed adottare, in Parlamento, un accordo per l’accoglienza e l’assistenza delle persone rifugiate”, eppure “non c’è stato alcun avanzamento in tal senso”. “Quello che invece vediamo eccome, sono muri che si innalzano, assieme al lassismo e all’indifferenza per l’invio di armi a paesi come l’Arabia Saudita, proprio da questo stesso porto di Bilbao”, ha ribadito.