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Spagna – Sette donne muoiono dopo che la Guardia Civil “avrebbe bloccato” il loro gommone, riportano i sopravvissuti

Gabriela Sánchez, Desalambre (El Diario) - 2 settembre 2017

Photo credit: EFE

Questo giovedì, sette donne sono morte nel tentativo di arrivare a Melilla a bordo di un gommone dopo che la Guardia Civil ne “avrebbe bloccato” il passaggio verso la costa spagnola, secondo quanto denunciato da un sopravvissuto in dichiarazioni rese a eldiario.es.

La Asociación Marroquí de Derechos Humanos e un media locale alzano a 14 il numero delle persone decedute durante l’incidente. La ONG Caminando Fronteras ha confermato la presenza di quattro corpi nell’obitorio dell’Ospedale Hassani di Nador (Marocco).

Secondo la testimonianza dei sopravvissuti, giovedì circa in 45 hanno provato a raggiungere Melilla dalla costa di Nador. Quando si stavano avvicinando alla riva spagnola, assicurano, la Guardia Civil “ha bloccato” la loro imbarcazione per far sì che i migranti non riuscissero a mettere piede sul suolo spagnolo.

Fonti della Delegación del Gobierno a Melilla affermano che gli agenti spagnoli “avrebbero mediato” durante il tentativo di accesso, sebbene assicurano di non sapere se il loro obiettivo fosse quello di evitare l’avanzamento dell’imbarcazione.

Questo giovedì (31 agosto 2017 n.d.R), la Guardia Civil ha localizzato un gommone con a bordo 40 migranti nella zona di Aguadú, all’estremo nord della costa. Circa 25 o 27 persone si sono gettate in acqua e la Guardia Civil ha avviato una mediazione, portando in salvo 13 persone”, affermano dalla Delegación del Gobierno a eldiario.es. Queste stesse fonti assicurano di non essere al corrente della morte di alcuna persona. “Il resto dei migranti sono stati tratti in salvo dalla motovedetta marocchina, che si è fatta carico di loro”, aggiungono.

Sono morte sette donne” dice Brahim, al telefono con eldiario.es da un autobus sotto custodia della polizia marocchina, che li sta allontanando dalla frontiera spagnola. “Eravamo in acqua, vicino Melilla, la Guardia Civil ci ha bloccati per respingerci e, a quel punto, la polizia marocchina è venuta a prenderci e ci ha riportati indietro”, racconta prima che la scarsa copertura interrompesse la conversazione.

I sopravvissuti concordano nell’affermare che diverse persone si siano gettate in mare e che, di esse, alcune siano state recuperate dalla Guardia Civil, altre dagli agenti marocchini.

Tuttavia, c’è confusione sul momento esatto in cui si sarebbe prodotta la morte delle persone che viaggiavano con loro. Secondo Caminando Fronteras le testimonianze riportano che, a seguito dell’intervento della Guardia Civil, la motovedetta marocchina “avrebbe cercato di riportare il gommone in Marocco, trascinandolo con una corda, e che, alla fine, l’imbarcazione si sarebbe rovesciata”.

Allo stato attuale, la ONG ha confermato la presenza di quattro cadaveri nell’obitorio dell’Ospedale El Hassani di Nador, i quali corrispondono a “quattro donne congolesi” che viaggiavano nel gommone danneggiato.


Il blocco dei gommoni in alto mare è una prassi
Nel maggio dello scorso anno, il Governo ha riconosciuto come pratica abituale il blocco dei gommoni in alto mare con l’obiettivo di respingerli al Marocco. In risposta a un’interrogazione della senatrice di Podemos Maribel Mora, l’Esecutivo dichiarò che “le motovedette della Guardia Civil vanno a recuperare le persone indipendentemente dalla sovranità delle acque in cui queste si trovano”, e che “se il salvataggio ha luogo in acque marocchine le persone sono prelevate dalle autorità marocchine con le loro imbarcazioni”.

Secondo il Governo, il respingimento in alto mare viene effettuato qualora la localizzazione abbia luogo in acque marocchine. Tuttavia, la mancata definizione delle frontiere marittime nella zona di Ceuta e Melilla rende difficile determinare la giurisdizione delle acque durante queste operazioni. In questo senso, la Delegación del Gobierno a Melilla assicura di ignorare se l’intervento della Guardia Civil verificatosi questo giovedì abbia avuto luogo in acque spagnole o marocchine.

In ogni caso, secondo la Defensoría del Pueblo (Difensore Civico, n.d.t.) queste pratiche sono da ritenersi illegali indipendentemente dal fatto che si verifichino in acque spagnole o marocchine.

Caminando Fronteras avverte che il blocco dei gommoni in alto mare costituisce “il pericolo maggiore” al quale si trovano esposti i migranti nel loro accesso marittimo a Ceuta e Melilla.

In seguito a una denuncia presentata dalla ONG alla Defensora del Pueblo, la Guardia Civil ha spiegato nella sua risposta che “opera in ottemperanza di un ordine di servizio sulla vigilanza e l’impermeabilizzazione delle frontiere nella città di Ceuta” cercando di “tradurre in pratica i compiti di impermeabilizzazione frontaliera in mare, che consistono nella localizzazione preventiva delle imbarcazioni che tentino di entrare con migranti nel territorio nazionale”.