Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Corriere della Sera del 26 giugno 2006

Spagna, corteo anti Cpt. Arrestati 19 italiani

Diciannove italiani sono in stato di fermo in Spagna da sabato. La polizia li ha arrestati assieme ad altri 40 attivisti che protestavano contro la costruzione a Zona Franca, area industriale nei pressi di Barcellona, di un «Centro de internamiento extranjeros», l’equivalente di un Cpt.

Tra i fermati ci sono militanti del centro sociale romano Esc, attivisti bolognesi e giovani veneziani (fra loro 5 ragazze) dei centri sociali Rivolta e Morion.

La notizia è confermata dalla Farnesina. Da venerdì erano a Barcellona per la «Seconda carovana per la libertà di movimento». La prima si tenne nel novembre 2005 a Ceuta, dopo che i militari marocchini e spagnoli uccisero almeno 14 persone che tentavano di raggiungere l’Europa. Nel mirino dei militanti c’è la politica del governo Zapatero in materia di immigrazione. O almeno la parte repressiva, visto che il governo di Madrid ha appena presentato un «piano di integrazione» da 2.000 milioni di euro che prevede interventi di aiuto alla scolarizzazione degli immigrati e al loro ingresso nel mondo del lavoro, oltre all’ampliamento dell’elettorato attivo e passivo alle consultazioni municipali. «I sondaggi dicono che la maggioranza degli spagnoli vorrebbe uguali diritti per tutti», ha spiegato il ministro del Lavoro e degli Affari sociali Jesus Caldera.

Ma i morti di Ceuta e Melilla e la «questione-Cpt» restano macchie indelebili sull’operato del governo, almeno agli occhi dell’ala movimentista spagnola. Che ora, per i fatti di Barcellona, parla di detenzioni illegali e protesta per la durezza dell’intervento della polizia. «Gli attivisti — dice un comunicato — hanno occupato il centro in modo determinato ma pacifico, affiggendo striscioni e cartelli contro la violazione dei diritti delle persone. Poi hanno proceduto allo “smontaggio” del Cpt: gabbie, telecamere. L’intervento della polizia, con cani e agenti in assetto antisommossa, è stato violento. Ne hanno fatto le spese anche i giornalisti presenti». Il resoconto della polizia spiega che «il personale di sicurezza del centro, visto il numero degli occupanti, per evitare danni irreparabili ha preferito non usare le armi». Fra i fermati, dicono le forze dell’ordine, «ci sono membri di okupa (gli squatter spagnoli ndr), anarchici, estremisti». E i 19 italiani. Finiti al commissariato La Verneda, che a Barcellona fa da Cpt in attesa che entri in funzione quello assaltato.

Ma. Po.