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Stop alle espulsioni con accompagnamento forzato alla frontiera

Intervista all’Avv. Roberto Malesani che commenta la decisione della Consulta

Finalmente una buona notizia!
La Corte Costituzionale si avvia a dichiarare illegittima l’espulsione amministrativa del cittadino immigrato con accompagnamento forzato alla frontiera.
Si tratta di una notizia che ci si aspettava da tempo e che finalmente sembra si sia concretizzata.

I giudici della Consulta avrebbero in sostanza dato ragione ai giudici di Roma e Parma che sulle norme che regolano l’espulsione degli immigrati con accompagnamento coattivo alla frontiera avevano lamentato, tra l’altro, una limitazione delle libertà personali previste dall’art.13 della Costituzione.
Secondo i giudici dei due tribunali, la prevista convalida entro 48 ore da parte dell’autorità giudiziaria del provvedimento di espulsione del questore consisterebbe soltanto in un controllo formale e non in un «controllo pieno», secondo i principi del contraddittorio e con la garanzia del diritto alla difesa. Tanto più – veniva fatto ancora notare alla Corte Costituzionale – che la convalida del provvedimento del questore può intervenire anche ad espulsione già avvenuta.

Abbiamo chiesto di commentare la notizia a Roberto Malesani, avvocato del Coordinamento immigrati di Verona

Domanda: Come commenti questa notizia uscita da poche ore ma che si aspettava da parecchio tempio?

Risposta: Si tratta di una buona notizia. Si aspettava da tempo questa decisione della Corte che ritiene sostanzialmente illegittima la norma che – in base alla legge Bossi Fini – determina l’espulsione dell’immigrato con esecuzione immediata, senza alcun controllo di garanzia da parte del Giudice, al quale viene solamente comunicata la notizia. All’immigrato rimane comunque la possibilità di fare ricorso però intanto l’espulsione viene eseguita.
Ecco, questa norma è stata ritenuta incompatibile con il principio della libertà personale per questo la Corte ha ritenuto di rimuoverla dall’impianto della legge Bossi Fini.

D: Adesso che cosa cambierà?

R: Il problema dell’espulsione sembra che, in base a questa posizione della Corte Costituzionale, si allontani nel senso che tante espulsioni illegittime non verranno più eseguite. Ci sarà comunque la possibilità di fare ricorso che sicuramente i tribunali accoglieranno immediatamente, se ci fosse un tentativo, da parte delle amministrazioni, prefetti, questure, di continuare con la vecchia prassi.
Penso che le prefetture e questure si dovranno necessariamente adeguare quindi a questo punto ci saranno – presumibilmente – più garanzie per gli immigrati. Anche se in questo momento non appare ancora ben chiaro come potrà avvenire un sistema con più garanzia. Io spero in un ravvedimento, adeguamento immediato da parte di questure e prefetture su questi temi.

D: Si può dire che con questa decisione della Consulta boccia in qualche modo l’impianto della legge Bossi Fini e quello che esprime attraverso le sue norme?

R: Sicuramente si, perlomeno per quanto riguarda la libertà personale e la tutela dei diritti fondamentali minimi degli immigrati. Questo perché si attendono altre decisioni, non meno importanti. Ad esempio sulla questione per cui l’immigrato può essere sottoposto al procedimento penale (con l’arresto) nel caso si trattenga sul territorio nazionale dopo che gli è stata comminata l’espulsione.
Rimane purtroppo in piedi tutto l’impianto perverso, che precarizza la vita dell’immigrato dal punto di vista del lavoro in quanto il binomio contratto di lavoro – contratto di soggiorno rimane sempre in piedi.
Comunque la decisione della Consulta è già un grosso passo avanti, se non altro della garanzia delle libertà personali dell’immigrato.