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Stop allo sgombero senza alternative dei rifugiati afghani della “Buca”

E’ ormai prossimo un nuovo sgombero del campo dei profughi afgani di
via Capitan Bavastro, nei pressi della “Buca”. Siamo al punto di dover
affrontare l’ennesima emergenza, senza che l’amministrazione abbia
preso una posizione ufficiale in merito. Lì, vivono da tempo, circa
150 afgani in condizioni alloggiative e sanitarie estremamente
drammatiche, aggravate dalla decisione del consorzio che sta
costruendo centinaia di alloggi nelle immediate vicinanze, di chiudere
un mese e mezzo fa l’unico fonte d’acqua disponibile.

Attualmente sono tre giorni che i rifugiati vivono senza acqua

I continui appelli che la rete di supporto ai rifugiati afgani, a cui
aderiscono decine di associazioni, sta rivolgendo da mesi
all’amministrazione comunale, per trovare una soluzione condivisa
all’imminente sgombero dal campo di Capitan Bavastro e più in generale
per dare risposte al bisogno di accoglienza di persone che hanno
diritti riconosciuti dalla comunità internazionale, sono caduti nel
vuoto.
La rete ha invitato l’assessore alle politiche sociali Sveva Belviso a
un pubblico confronto a cui hanno partecipato esponenti
dell’associazionismo, delle organizzazioni internazionali, della
Prefettura, della Regione, della Provincia. In quella sede sono state
avanzate proposte concrete ed è stata offerta la disponibilità delle
associazioni a discutere e a sostenere attivamente la politica
dell’accoglienza.

A questo punto sono chiare le responsabilità e le negligenze, non più
ulteriormente tollerabili.

Nello stesso tempo, è stata prorogata fino al 30 settembre, l’apertura
del centro Forlanini, che ha ospitato – in questi mesi – in modo
insufficiente circa una trentina di richiedenti asilo, a fronte di una
disponibilità di 90 posti. Altre centinaia di posti sarebbero
disponibili in altri centri.

La rete chiede che quel centro Forlanini venga usato per ospitare una
parte dei profughi presenti nel campo e si trovino nello stesso tempo
soluzioni alloggiative dignitose agli altri. Inoltre da lunedì 12
luglio scorso i medici per i diritti umani stanno distribuendo acqua
potabile, concreta dimostrazione dell’impegno della rete di
associazioni, nell’assenza totale delle istituzioni.

Abbiamo occupato l’assessorato per ripristinare diritti e accoglienza a Roma.
Vogliamo risposte, diritti e dignità per i rifugiati

Rete per il supporto dei profughi afghani