Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Corriere della Sera del 18 agosto 2004

«Stranieri, no a soggiorni biennali. Ricorsi, decida il giudice di pace» di Virginia Piccolillo

«È inutile che il Viminale insista. Non accetteremo né escamotage né scorciatoie parlamentari. Sul piano immigrazione la Lega alla Cdl chiede l’unanimità». Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, boccia l’ipotesi, anticipata ieri dal Corriere , di riproporre in fase di convalida del decreto correttivo della Bossi-Fini soluzioni non condivise. Prima fra tutte quella di affidare ai Comuni la gestione dei permessi di soggiorno. Ieri su questo punto si è aperto un breve dissidio Castelli-Pisanu generato da un malinteso. Nella nota con cui il ministro respingeva la proposta al posto del termine «permesso» veniva usato «cittadinanza». Errore rimarcato subito dal Viminale.

Ministro Castelli l’equivoco si è chiarito ma di cittadinanza avete già discusso davvero. Perché?

«Perché nel primo testo del ministero dell’Interno questa facoltà era stata sottratta al presidente della Repubblica. Poi, dopo il nostro dissenso, si è trovato un accordo per lasciare la doppia possibilità».

Come mai vi siete schierati con il Quirinale?

« Perché la concessione della cittadinanza allo straniero è un atto troppo importante per lasciarla a un singolo ministero. Ci deve essere per forza la supervisione di un organo al di sopra delle parti. Immaginiamo che domani sia ministro Livia Turco, ci troveremmo con 10 milioni di nuovi italiani nel giro di qualche mese».

Sulla gestione dei permessi ai Comuni invece ribadite il vostro «no». Perché?

«È troppo rischioso. Sappiamo quali sono gli atteggiamenti, soprattutto dei Comuni di sinistra . È un tema che si presta a strumentalizzazioni. Ad esempio dietro il proclamato interesse di allargare i diritti civili sospetto sempre che ci sia la speranza di prendere quel voto».

Il voto agli immigrati lo vorrebbe dare anche An.

«Io non accuso nessuno. Comunque An in Consiglio dei ministri è stata unanime nel respingere l’iniziativa del Comune di Genova a riguardo».

Ai Comuni verrebbe affidata solo la parte esecutiva.

«Ma poi come si fa a svolgere controlli in tutti i Comuni per assicurarci che non ci siano abusi o irregolarità dettate da visioni ideologiche?».

Le questure devono però destinare uomini alle pratiche in un momento di emergenza terrorismo.

«Già adesso mi risulta che le Poste diano un contributo. La questione è più che altro dei costi. Ma i risparmi vanno fatti su versanti meno importanti».

Perché non rendere i permessi biennali?

«Perché la Bossi-Fini prevede il rilascio annuale. E siccome l’abbiamo concordata anche nelle virgole, con pazienza certosina, soprattutto da parte di Bossi, non si può cambiare per decreto».

Si ipotizza un giudizio super-accelerato. Pensa sia praticabile?

«Una norma siffatta è soltanto ordinatoria e non perentoria. Se il giudice non decide non possiamo far nulla ».

La massa dei ricorsi non rallenterà il lavoro dei giudici?

«Per questo proporrò il giudice di pace. Si potrebbero istituire sezioni che si occupino primariamente di questo, laddove ce n’è la necessità».

Al di là delle questioni tecniche, c’è uno scontro politico?

« Stiamo solo discutendo. Ho già parlato con Pisanu e continuiamo a parlarne. C’è un tavolo tecnico aperto. Resta qualche nodo politico da sciogliere».

Ma dopo le pensioni e il federalismo, l’immigrazione può reintrodurre tensioni nella Cdl?

«La politica non si fa con i se. Vedremo. Noi intanto esterniamo qual è la nostra posizione. Sono convinto i nostri alleati sapranno recepirla».

Se non lo faranno vi appellerete a Berlusconi?

«Ripeto. La politica non si fa con i se».

An chiede di far diventare reato la clandestinità. Voi?

«Non sarà certo la Lega a dire “no” a un inasprimento delle pene. Ricordo però che è una strada già fallita in fase di stesura della Bossi-Fini. La soluzione pratica potrebbe essere il trattenimento nei Centri di permanenza temporanea».

Frattini propone di ridurre l’embargo alla Libia. È d’accordo?

«È una proposta condivisibile. Le trattative vanno perseguite anche con gli altri Paesi. Anche se è da dimostrare la possibilità di metterli in pratica con frontiere enormi».

Non pensa che gioverebbe riaprire le quote dei flussi?

«Stiamo aspettando che il ministero dell’Interno emani i decreti attuativi. Quando li farà si potranno riaprire i flussi».

Calderoli ha scatenato proteste invocando maggiore durezza.

«Ci vuole coerenza. O li chiamiamo “viaggi della speranza” e accogliamo in Italia 100 milioni di persone. Oppure dobbiamo far rispettare le nostre leggi. Noi il coraggio della coerenza lo abbiamo. Gli altri spieghino ai loro elettori cosa intendono fare».

Pannella ha chiesto a Berlusconi il suo dicastero. Lei come l’ha presa?

«Se Pannella ci tiene alla salute gli consiglio di scegliere qualche altro ministero».