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Sui CPT un silenzio assordante

Intervista all'Avvocato Simone Sabattini in merito allo scandalo barbiturici nel CPT di Bologna

L’avv. Simone Sabatini di Bologna, assieme all’avv. Alessandra Ballerini di Genova, è legale dei tre cittadini stranieri che hanno denunciato il loro strano stato di incoscenza mentre si trovavano rinchiusi all’interno del centro di detenzione di Bologna.

Domanda: Ci sembra che la notizia della somministrazione di sedativi agli immigrati rinchiusi nel cpt di Bologna, conferma i sospetti esistenti, già da diverso tempo, sulla situazione all’interno di queste strutture detentive. Cosa ne pensa?

Risposta: Da tempo gli stranieri rinchiusi hanno denunciato sia le condizioni di permanenza che questa strana situazione. Hanno denunciato un abuso nell’uso di questi farmaci, nel senso di una tendenziale somministrazione “allegra” di medicinali, raccontando che dopo i pranzi accusavano una sonnolenza che non normale. Queste accuse in effetti sono state fatte tante volte: penso al CPT di Torino, a quello di Milano, penso a vari posti da cui sono emerse queste notizie.
Ricordo che, sempre a Bologna, durante una visita al CPT delle deputate Katia Zanotti e Titti De Simone, gli stranieri con cui avevano parlato avevano detto le stesse cose che ora sono state riscontrate.

D: Si può supporre che sia una pratica diffusa su tutto il territorio nazionale?

R: Non so se si può dire questo fin quando siamo di fronte ad un’indagine della magistratura che si occupa solo di Bologna.. E’ ovvio che quest’indagine ha un forte fondamento – che ha convinto gli investigatori a muoversi in termini così seri fino a fare una perquisizione – dettato dagli esami del sangue e le tracce riscontrate di fenobarbital. Questa è la situazione di Bologna.
Lo scenario nazionale potrebbe essere aperto nel caso che queste tracce risulteranno presenti nel cibo sequestrato e comunque se sarà data una spiegazione non plausibile al loro ritrovamento. In questo caso allora le denuncie degli stranieri dentro i CPT troverebbero una concreta dimostrazione davanti a tutti. Allora sarà più complicato spiegare che erano semplicemente delle “furbizie”, delle “chiacchiere” da parte degli stranieri.

D: Dal mondo dell’associazionismo bolognese che da sempre segue e organizza iniziative contro il centro, arrivano proposte precise. Innanzitutto che venga revocata la convenzione tra la Prefettura e la Croce Rossa che all’interno del CPT gestisce i cosiddetti “servizi” e poi che gli immigrati detenuti siano informati, sospendendo anche le espulsioni per le cure mediche. Cosa ne pensa?

R: Penso che, siccome c’è molto silenzio attorno ai CPT, ci sia anche un problema politico abbastanza grande rispetto alla gestione di questo istituto pessimo, che non dovrebbe essere stato aperto da nessuna parte.
Allora il problema è: che cosa fare rispetto a questa vicenda perché queste violazioni non si allarghino e continui a danneggiare gli stranieri? Innanzitutto, rispetto al fatto specifico è normale che cautelativamente una situazione che porta al tipo di tracce riscontrate nel sangue di più stranieri, debba avere un rilievo rispetto a chi il centro lo gestisce in prima persona cioè la Prefettura che poi ha appaltato la gestione alla Croce Rossa. Quando esistono argomentazioni serie che sia accaduto qualcosa di grave, mi sembrerebbe corretto che venisse sospesa la convenzione con la Croce Rossa. Questo a livello amministrativo, come invito.
Dall’altra parte penso che le persone che in questo momento si trovano ancora all’interno del centro di detenzione ragionevolmente potrebbero spiegarci il loro stato fisico, riuscendo magari a capire che cosa è successo. Certamente sarebbe giusto informarli di tutto questo e, in seconda istanza, essere messe nella condizione di fare una visita medica. Quanto è quello che io penso. Inoltre penso che se questo fosse successo in un asilo, in un ospizio o in un altro luogo, si sarebbe già intervenuti in questo senso.

D: Una domanda tecnica. Quando saranno resi pubblici i risultati delle analisi dei NAS sul cibo sequestrato?

R: Questo non lo so. Devo dire che non è per nulla obbligatorio dare un rilievo pubblico ai risultati. Nel senso che non è detto che la Procura della Repubblica decida di renderli pubblici, anzi direi che è vietato. E’ ovvio che la pressione della stampa sarà oltremodo fondamentale. Tecnicamente ripeto,non è detto che ci venga detto l’esito dei risultati. Comunque io non focalizzerei tutta la nostra attenzione sui risultati, nel senso che ci sono anche altre cose già di per sé importanti. Per esempio questo fenobarbital riscontrato nel sangue…si tratta di una medicina vitatissima che deve essere somministrata soltanto dopo una serie di cautele infinite perché è un medicinale pericoloso per la salute, un medicinale di vecchio utilizzo ormai sorpassato.
Insomma ci sono diverse ragioni per cui solo l’esistenza del fenobarbital desti alcuni preoccupanti interrogativi. Non entro nella polemica dei giornali però leggo che si fa un po’ di confusione sul cibo sigillato o meno.
Su questo gli stranieri erano stati molto chiari nel dire che il cibo era in parte totalmente sigillato e in parte consegnato in vaschette coperte di carata stagnola che si poteva aprire. Non so se la sera della perquisizione dei Nas queste vaschette fossero presenti all’interno del cpt perché i dati sono secretati.

D: Questa notizia arriva a ridosso di un’importante giornata, il 31 gennaio. Per la prima volta a livello europeo tante manifestazioni in molti paesi per chiedere anche la chiusura dei centri di detenzione. Anche se non ce n’era bisogno,quello che è successo con il caso del CPT di Bologna rende ancora più forti le motivazioni che ci porteranno tutti a manifestare quel giorno.

R: Credo sia corretto che questa giornata abbia un rilievo anche bolognese. Intendo dire che la manifestazione di Torino per il nord Italia potrebbe anche essere ragionevolmente spostata a Bologna. Questa è quello che penso. I fatti successi dovrebbero andare sottolineati e dovrebbe essere data la possibilità alle persone che sicuramente sono rimaste sconvolte dalla notizia, di dare una voce alla loro protesta. Se le manifestazioni sui CPT sono fondamentali credo che lo sia ancor più l’informazione sull’esistenza di questi luoghi perché la gente non sa che esistono. Poi una volta che lo impara sono tutti d’accordo che devono essere chiusi. L’importante é che la gente sappia che esistono perché su questo tema non c’é informazione.