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da Il Sole 24 ore del 18 dicembre 2007

Sul decreto espulsioni si profila un correttivo

È iniziata in Aula della Camera la discussione generale sul decreto legge in materia di espulsioni. Le due commissioni congiunte Giustizia e Affari Costituzionali della Camera hanno dato il mandato ai due relatori: Pino Pisicchio (Idv) e Roberto Zaccaria (Pd) a riferire in Aula. Dove verranno votate anche le pregiudiziali di costituzionalità. Un provvedimento che contiene le contestate norme sull’omofobia, sul quale è prevedibile l’ostruzionismo dell’opposizione. Davanti a un atteggiamento ostruzionistico il Governo sembra orientato a porre la fiducia, che è già stata messa sul provvedimento nel passaggio al Senato. Ma nella maggioranza ci sono opinioni contrastanti. «Se il Governo chiede la fiducia – ha detto Paolo Gambescia (Pd) – e poi il Capo dello Stato non firma il decreto l’Esecutivo dovrebbe dimettersi».

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato, infatti, molto chiaro: il decreto sicurezza, che contiene «riferimenti erronei», verrà valutato dal Quirinale ai fini della promulgazione solo a iter parlamentare concluso e dopo «un esame attento e rigoroso». La strada scelta dal Governo sarebbe quella di correggere l’errore con un decreto legge, anche se su questa ipotesi il Prc ha messo un veto. «Se si deve cambiare questa norma – ha sottolineato Graziella Mascia – allora ci sono tante altre parti del decreto espulsioni che noi vogliamo rivedere». I tempi, però, sono molto stretti, visto che il provvedimento decade il 31 dicembre. Il Consiglio dei ministri potrebbe approvare venerdì prossimo, prima delle vacanze natalizie un decreto che corregga i “riferimenti erronei”, che il presidente della Repubblica potrebbe firmare conteporaneamente al decreto espulsioni, facendo entrare in vigore anche la sua correzione.

Il rischio infatti è che, facendo entrare in vigore il decreto con la norma anti-omofobia sbagliata (si
fa riferimento al Trattato di Amsterdam, anziché a quello di istituzione della Comunità europea) potrebbero decadere almeno 100 tra processi in corso e condanne, come ricordato ieri il sottosegretario alla Giustizia Luigi Scotti. La norma penale sbagliata, infatti, è inapplicabile e siccome l’articolo della discordia (1-bis) abroga la legge Mancino per estenderla, si crea un vuoto legislativo e un colpo di spugna per i processi. Reati odiosi, visto che la legge del 2003 punisce chi discrimina e compie violenze per motivi religiosi, razziali ed etnici. Colpendo soprattutto naziskin, ultras violenti e devastatori di cimiteri ebraici. Gravi, dunque, le preoccupazione della comunità israelitica che chiede che un «simile scempio» non avvenga.

L’opposizione, intanto, ha minacciato ostruzionismo anche in aula dove i tempi di dibattito per i decreti non possono essere contingentati. Per Maurizio Gasparri (An), «il Capo dello Stato ha fatto sentire la sua voce e il Governo non può ignorare questo avvertimento. Si tratta di un decreto inutile sotto il profilo della sicurezza perchè ha determinato un numero irrisorio di espulsioni dal nostro paese, e pericoloso per gli errori giuridici che continee che il Quirinale non potrà in alcun modo avallare con la propria firma. Il Governo è consapevole e avvertito e farebbe bene ad assumere atteggiamenti più seri sin d’oggi in Aula, accettando correzioni indispensabili».

di Nicoletta Cottone