Sei anni fa, la mattina del 6 febbraio 2014, un gruppo molto numeroso di migranti (circa 300) prova ad entrare a Ceuta (enclave spagnola in Marocco) a nuoto, attraverso la spiaggia di Tarajal. La Guardia Civil cerca di fermarli, sparando pallottole di gomma e fumogeni molto vicino alle persone che si trovano in acqua. Alcuni testimoni affermano che vengono lanciati proprio sulle persone, molte delle quali galleggiano a fatica. Gli agenti della Guardia Civil sparano anche quasi duecento colpi a salve. Si diffonde il panico in acqua. Muoiono 15 persone e altri rimangono feriti 1.
Durante la Marcha por la Dignidad a Ceuta abbiamo intervistato Patricia Hernández (avvocata dell’ONG Coordinadora de Barrios) che ci aggiorna sul processo penale contro i membri della Guardia Civil.
D: Sappiamo che sei parte della ONG Coordinadora de Barrios, costituitasi parte civile nel processo del Tarajal…
R: Si siamo parte dell’accusa popolare che ha dato il via al processo penale contro i membri della Guardia Civil indagati.
D: Adesso il processo è stato archiviato, giusto? In questo momento state lottando ancora per ottenere giustizia…
R: Adesso il processo è momentaneamente archiviato e il motivo dell’archiviazione è che, sebbene il Tribunale sostenga che effettivamente ci siano indizi e che sia stato commesso un delitto, più delitti, e che ci siano prove sufficienti per condannare i membri della Guardia Civil, purtroppo nel Diritto spagnolo si esige che per andare a processo ci debba essere qualcuno che proponga un’accusa 2. In questo caso la Fiscalía 3 non ha voluto portare avanti l’accusa ed alle famiglie delle vittime non è stato permesso proporla. Per questo l’accusa popolare, le associazioni, non possono costituirsi da sole parte del processo. Per questo il caso è stato archiviato per mancanza di un’accusa formale. Il giudice si, ammette che c’è stato un delitto, ma esige – sulla base della legge spagnola – che l’accusa sia proposta dalla Procura o dalle famiglie delle vittime. Le famiglie hanno provato in varie occasioni a presentarsi come accusa però questo gli è stato negato per ragioni formali: le famiglie si trovano in Camerun e non hanno il permesso dello stato spagnolo di recarsi nel paese, pertanto il tribunale non ha considerato valida la loro richiesta.
D: Quindi nessun parente delle vittime vive al momento in Spagna, questo è uno dei problemi…
R: Certo, uno dei problemi più ricorrenti quando parliamo di violazione dei diritti umani sulla frontiera è che le vittime rimangono solitamente nel lato della frontiera più vulnerabile; è così che la fortezza Europa si protegge dalle accuse. Il fatto che i familiari delle vittime non possano venire a riconoscere i corpi dei propri figli rende necessario il nostro lavoro di memoria e la nostra battaglia nell’ottenere giustizia per loro.
D: L’altro fatto che aggrava quanto successo nel 2014 è che la Guardia Civil non doveva avere nel suo equipaggiamento i proiettili di gomma.
R: Si, una delle parti importanti del procedimento è effettivamente che l’uso di materiali antidisturbo (come i proiettili di gomma n.d.r) contro persone disarmate che non rappresentano alcun pericolo per la sicurezza dello stato, è sproporzionato e ingiustificato e dunque è illegale. Questo è ciò che è accaduto: si spararono 355 fumogeni e 155 proiettili di gomma e 5 lacrimogeni contro persone disarmate che stavano nuotando e che si trovavano in una situazione di estrema vulnerabilità, non prestandogli alcun aiuto. Le due situazioni, persone in pericolo, in una circostanza che vede l’aggravarsi del pericolo, e il mancato soccorso da parte della Guardia Civil, per noi costituiscono un omicidio. Uno, per ciascuna delle persone morte, 14 omicidi dolosi.
- Un’emittente catalana alcuni anni fa ha diffuso “Tarajal: Desmuntant la impunitat de la frontera sur”, un accurato video-reportage nel quale oltre a denunciare, in maniera più generale, le violazioni dei diritti umani che sistematicamente avvengono alla frontiera di Ceuta, si mostra la lunga serie di menzogne contenute nelle versioni ufficiali fornite a livello politico-istituzionale sui fatti del Tarajal, mettendo in luce come, al contrario di quanto sostenuto dal Governo, l’operato della Guardia Civil abbia avuto un ruolo primario negli esiti della vicenda
- Secondo la cosiddetta dottrina Botín, applicata nel caso del banchiere Emilio Botín e approvata dalla Corte suprema nel 2007, l’apertura del processo orale non può essere concordata solo su richiesta dell’accusa popolare ma necessita di un’accusa pubblica o un “particolare”, cioè quello di una parte lesa direttamente
- La Fiscalía, talvolta chiamata anche Procura, è un organo di rilevanza costituzionale integrato con autonomia funzionale nella magistratura, che ha costituzionalmente affidato la promozione dell’azione della giustizia «a difesa della legalità, di i diritti dei cittadini e dell’interesse pubblico tutelati dalla Legge, d’ufficio o su richiesta delle parti interessate, oltre a garantire l’indipendenza dei tribunali e ricercare davanti a loro il soddisfacimento dell’interesse sociale ». In breve, è il Pubblico Ministero spagnolo