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Trapani – Domenica 28 dicembre 2003 manifestazione per la chiusura dei CPT

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Perché a Trapani?

La strage del “Vulpitta” rimane ancora oggi l’evento più drammatico da quando in Italia furono istituiti i Centri di Permanenza Temporanea con la legge Turco-Napolitano.
Con questa legge lo Stato italiano partoriva un mostro giuridico, la detenzione amministrativa di soggetti ritenuti pericolosi solamente perché poveri.
I pestaggi, le intimidazioni, le torture fisiche e morali perpetrate dalle forze dell’ordine dentro questi “spazi d’eccezione” sono emblematici del fatto che l’Italia per i migranti è un vero e proprio Stato di polizia.
Complici di queste politiche segregazioniste sono le organizzazioni umanitarie laiche e religiose che cogestiscono i CPT, il cui lavoro sembra solamente quello di somministrare psicofarmaci e di curare in loco gli eventuali feriti onde evitare “scottanti” referti medici ospedalieri.
Nei CPT di tutta Italia, soprattutto dopo l’entrata in vigore della Bossi-Fini che ha portato da 30 a 60 i giorni di detenzione, si susseguono rivolte, tentativi di evasione, atti di autolesionismo e gesti di disperazione più estremi come tentare il suicidio.
Al Vulpitta la disperazione ha ormai raggiunto livelli insostenibili. Tra luglio e agosto sono stati tre gli incendi divampati dentro il centro durante proteste e rivolte.

La Sicilia, terra di frontiera della [“Fortezza Europa”->865, è il principale avamposto dell’inflessibilità dello Stato contro i cosiddetti “clandestini”.
Mentre il nostro mare diventa un cimitero, sulla nostra isola vengono costruiti nuovi campi d’internamento.
A Trapani, infatti, da pochi mesi è in funzione un Centro di identificazione per richiedenti asilo e a Lampedusa sembra imminente la realizzazione di un altro centro che di fatto trasformerebbe l’isola in una sorta di confino extraterritoriale per “indesiderabili”.

Tutto ciò è intollerabile!
Per questo da anni combattiamo una battaglia di libertà contro le politiche segregazioniste e di clandestinizzazione con le quali si affronta nel nostro Paese ed in tutti i Paesi ricchi e privilegiati il fenomeno dell’immigrazione.
La continua azione di monitoraggio e di controllo dal basso di queste strutture, svolta in modo incessante dai gruppi antirazzisti legati al movimento, rimane ancora uno strumento prezioso di controllo democratico. Essa però non basta.

E’ necessario lanciare una mobilitazione nazionale con il chiaro obiettivo di chiudere questi luoghi di vergogna e barbarie.
Lo dobbiamo a chi dentro questi nuovi “campi” è morto.
Lo dobbiamo agli uomini e alle donne che rivendicano il diritto ad un’esistenza dignitosa per sé e per le proprie famiglie dopo che la “civile” Europa ha devastato i loro Paesi.

Nessuna persona deve essere considerata “illegale”!
Lottiamo per un’Europa senza frontiere e nazioni, in cui ogni donna e ogni uomo abbia “diritto ad avere diritti”.
Lottiamo per un Mediterraneo mare di Pace e per una Sicilia smilitarizzata, ponte di solidarietà e cooperazione fra i popoli.

Coordinamento per la pace di Trapani

Forum sociale di Alcamo

co-promuovono

Attac Catania
Catania Social Forum
Ciss

Circolo Arci ” Sankara” (Me)
Cooperazione Internazionale Sud-Sud

Collettivi autonomi studenteschi Palermo

Collettivo Giurisprudenza Catania
Collettivo universitario autonomo Palermo

Commissione regionale immigrazione del PRC
Commissione Antirazzista FAI

CSA Auro Catania

CSOA Exkarcere Palermo

Dipartimento nazionale immigrazione del PRC
Forum sociale di Palermo

Giovani Comunisti Catania
Gebel – laboratorio sociale indipendente (CT)

Laboratorio Coska Palermo
Laboratorio occupato zeta Palermo
Laboratorio per l’autorganizzazione sociale Messina
KRAK Palermo

Messina social forum
Parrocchia “Maria Madre della Chiesa”(Bosco Minniti-SR)
S.In. Cobas Catania
Tavolo nazionale migranti dei Social Forum

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