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Trento – La Provincia chiude tutti i dormitori. Più di 160 persone buttate in strada

La denuncia in piazza dell'Assemblea Antirazzista

Apprendiamo con sconcerto che, in emergenza sanitaria ancora in corso, l’Amministrazione Provinciale ha scelto di togliere, a partire dal 1° giugno, 163 posti letto in bassa soglia che avevano garantito riparo durante la cosiddetta “emergenza freddo” e l’emergenza sanitaria. La decisione è stata presa senza valutare soluzioni alternative da offrire alle 163 persone (!) che finiranno in strada.

L’emergenza sanitaria rende ancora più evidenti le discriminazioni e le sperequazioni sociali della nostra comunità. Stiamo assistendo a un gravissimo impoverimento sociale, con un numero crescente di persone che si trova costretto a chiedere aiuto per poter mangiare e per soddisfare gli altri bisogni primari. Guardando ai mesi passati, ancora una volta è evidente che la mancata tutela di alcune componenti della comunità ha ripercussioni dirette – non solo dal punto di vista sanitario – sul benessere della comunità intera.

In questo momento così grave, è urgente ribaltare la prospettiva con l’obiettivo di non lasciare nessuno in mezzo ad una strada. L’attenuarsi della fase di emergenza dovrebbe essere il momento per pianificare con cura, orientare strategicamente e razionalizzare i finanziamenti, per garantire alle persone senza casa presenti sul territorio:

• continuità di un posto sicuro e salubre per dormire
• possibilità di pasti con prodotti adeguati che mantengano la persona in salute
• iscrizioni all’anagrafe dei residenti

La “fase due” non dovrebbe limitarsi a un tornare ad una “normalità” che aveva dimostrato limiti e carenze strutturali nel soddisfare i bisogni delle persone senza casa. La direzione da intraprendere è chiaramente tracciata dalle “LINEE DI INDIRIZZO PER IL CONTRASTO ALLA GRAVE EMARGINAZIONE ADULTA IN ITALIA”, indicazioni elaborate da Fio.PSD onlus, Federazione italiana degli organismi per persone senza dimora, e sottoscritte a livello nazionale e regionale già nel 2015.

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Dal confronto tra la realtà locale e queste linee guida si evince chiaramente che il sistema, di cui il Trentino va fiero, non risponde in modo adeguato alle necessità delle persone senza dimora. Tale inadeguatezza si deve soprattutto ai falsi assunti su cui il sistema si basa, primo tra tutti quello secondo cui limitare ad un numero massimo di giornate l’anno l’accoglienza nei dormitori sarebbe necessario e funzionale ad evitare il ‘turismo’ dei senza casa.

Riconosciamo gli sforzi di chi si è dedicato dall’inizio dell’emergenza sanitaria a cercare soluzioni e di chi durante tutto il periodo ha mantenuto aperti e accoglienti gli spazi a disposizione. In pieno lockdown il Punto d’incontro si è trovato da solo a gestire quello che prima era il ‘Diurno diffuso’ che coinvolgeva più spazi. I dormitori, pur ampliando i loro servizi, sono rimasti chiusi per nuovi accessi. Nel mentre, le persone prive di accoglienza costrette a dormire in strada venivano paradossalmente multate per non essere rimaste a casa!

Ricordiamo che solo un mese dopo l’inizio del lockdown è stata data risposta a parte delle richieste con l’apertura di un nuovo spazio di accoglienza. Ad oggi sono ancora diverse le persone che dormono in strada, non perché appena arrivati sul territorio, ma perchè, nonostante la loro presenza costante, non gli è stato possibile trovare un posto in dormitorio.

Torniamo quindi a chiedere di aumentare il numero dei posti letto a disposizione in Provincia in modo da garantire che le persone senza casa possano tutto l’anno dormire in un luogo pulito e sicuro. Lo ripetiamo: non per venire incontro in modo assistenzialistico ad un loro bisogno, ma per rispettare un loro diritto di base e riconoscere che al diritto alla casa è collegata l’esigibilità di tutti gli altri diritti e che esso costituisce la base minima anche per il raggiungimento di un maggior grado di inclusione sociale.

Avendo contezza della realtà locale, l’affermazione che spesso si sente negli incontri pubblici,“Qui si fa già tanto e di più non si può fare”, deve e può trasformarsi in “Qui possiamo fare meglio!”.

– Rassegna stampa
Coronavirus, ”160 senzatetto saranno sbattuti in strada”. A rischio i posti nelle strutture di bassa soglia, l’assemblea Antirazzista: ”Se alla Pat fanno schifo i poveri lo dica subito”il dolomiti.it