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Treviso – Il Questore vuole ritirare i permessi di soggiorno ai migranti che manifestano

Appello per il diritto a manifestare

Sabato 16 maggio 2009 si è svolta una manifestazione dei migranti a Treviso indetta da alcune associazioni di migranti con i sindacati confederali. L’Associazione Difesa Lavoratori di Treviso aveva deciso di partecipare a quella manifestazione con un corteo che partiva dalla Stazione dei treni. La manifestazione era stata regolarmente notificata oltre 10 giorni prima ed era stata concordata con i promotori affinché non ci fossero problemi.
A 300 metri dalla Piazza la Questura ha messo una camionetta di traverso con la celere schierata per non far entrare in piazza il corteo. Di fronte alla richiesta di poter passare è scattata l’aggressione, cariche di polizia, diverse persone contuse ed un migrante finito in ospedale.
Giunti in piazza molti migranti in modo autonomo hanno deciso di improvvisare un’assemblea per discutere sulla violenza subita: volevano andare a dire sul palco quello che era successo ma i confederali hanno negato loro decisamente la parola.
A parte tutte le considerazioni sulla gestione della manifestazione, la cosa più incredibile è che nei giorni seguenti il Questore Damiano ha annunciato di voler ritirare il permesso di soggiorno ai migranti che hanno manifestato. Il 22 maggio è stato convocato in questura un migrante che manifestava e gli annunci di Damiano parlano di oltre 100 migranti indagati.
Non si tratta più di una questione di polemica, anche dura, con i sindacati confederali o tra gruppi diversi: si tratta della messa in discussione di un fondamento della democrazia, il diritto a manifestare. I cittadini migranti devono poter esercitare i loro diritti in modo libero, aperto e democratico. Il Questore, nella città di Gentilini, ha alzato il tiro con una minaccia di tipo autoritario, in un momento in cui, con la crisi mondiale, tutto fa prevedere che le manifestazioni e le proteste saranno destinate ad aumentare.
Crediamo che una società minimamente democratica debba saper respingere queste provocazioni autoritarie ed antidemocratiche. Ci appelliamo a tutti affinché prendano posizione per ribadire il diritto alla libertà di manifestazione del proprio pensiero e per respingere questa provocazione.

Associazione Difesa Lavoratori Treviso