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Treviso si scaglia contro le lanterne rosse

Una ordinanza del pro-sindaco vieta le lampade cinesi

E’ di questi giorni l’ordinanza comunale con la quale il pro-sindaco leghista Giancarlo Gentilini vieta ai ristoranti cinesi di Treviso, l’esposizione delle lanterne rosse all’ingresso.
Con questo ennesimo provvedimento razzista, il sindaco di Treviso ha dato dieci giorni di tempo per togliere le lanterne dai locali in quanto non “c’entrano nulla con Treviso”sostenendo che “Treviso è una città veneta e padana, non è una città orientale”.
Insomma, dichiarazioni di un “primo cittadino” che contribuiscono ad amplificare quei ridicoli luoghi comuni che vedono gli immigranti come invasori e usurpatori di identità e tradizioni, in questo caso venete.

Ancora una volta, dopo le vicende accadute lo scorso mese in via Paolo Sarpi a Milano, stupisce come l’amministrazione comunale possa, attraverso decreti e istanze, essere responsabile di campagne di intolleranza e xenofobia verso una parte di cittadini che vivono e lavorano nelle nostre città.

Le leggi speciali contro i phone center, le ordinanze che hanno colpito i commercianti del quartiere di via Paolo Sarpi a Milano, insieme a questa ultima ordinanza del pro-sindaco di Treviso rivelano un nuovo aspetto delle politiche di confinamento, mirate a colpire i migranti che hanno interpretato quella capacità imprenditoriale richiesta dall’economia contemporanea.
Non solo clandestinità e illegalità vengono criminalizzate, ma tutte quelle esperienze che mettono in crisi lo schema prefigurato che vede i migranti occupare permanentemente una posizione subordinata.

Riconosciamo quanto, un provvedimento istituzionale come questo, possa suscitare prima di tutto l’indignazione dei cittadini cinesi di Treviso, e poi essere di enorme responsabilità nella costruzione dell’immaginario della città”.
Così l’’Associazione Difesa Lavoratori, a poche settimane di distanza dall’incendio scoppiato nella fabbrica De Longhi, commenta questi fatti, e aggiunge: “il sindaco piuttosto di occuparsi della salute pubblica dei cittadini e provvedere alla tutela dell’ambiente, si accanisce su problematiche inesistenti dai toni discriminatori verso la comunità cinese”.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa