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Trieste – Agressione razzista in centro città

Trieste, nella centralissima Piazza Unità, sotto le finestre del Municipio, venerdì 18 maggio c’erano quattro tende, un gazzebo e molte persone. Era il presidio permanente per il diritto alla casa, nelle tende le sei famiglie che pochi giorni prima erano state sgomberate con la forza dai carabinieri dalle loro case occupate. Quello sgombero aveva di fatto bloccato la trattaviva aperta fra occupanti, Comune e Ater (l’azienda che gestiscie il patrimonio immobiliare pubblico).

Tutti in piazza dalla mattina, per parlare con la città del problema della casa, un diritto di tutti, che spesso è negato dalle leggi di mercato e dalla gestione privatistica delle case pubbliche.

Fra i sei nuclei familiari c’erano diversi migranti, quasi tutti in Italia da un paio d’anni che per necessità un anno fa avevano occupato alcuni appartamenti sfitti dell’Ater. Tra loro anche una coppia che aspetta un figlio, lui algerino, lei italiana all’ottavo mese di gravidanza.
Al momento dello sgombero l’unica “soluzione” proposta dagli assistenti sociali comunali era di dividere la coppia portando lei in una comunità per giovani madri, isolandola di fatto dal compagno.
Venerdì sera, lui, era in Piazza Unità anche per suo figlio, per dargli una casa; durante tutta la giornata centinaia sono state le firme di solidarietà raccolte dal presidio, costantemente controllato dalle forze dell’ordine.

A l’una e mezza di notte però una decina di persone si sono provocatoriamente avvicinate al presidio, inizialmente prendendo a calci lo striscione e sputandoci sopra. Di li a poco ai due si sono aggiunte altre persone, in dieci hanno cominciato ad inveire contro le persone del presidio, quando hanno capito che in piazza c’erano anche migranti sono partiti gli insulti razzisti, frasi che non meritano di essere riscritte ma che trapelano odio xenofobo. “Neofascisti”, che hanno cominciato a ribaltare tutto quello che trovavano, dalle tasche sono spuntate alcune fibie e sono cominciati a volare sassi sulle persone del presidio. Unv ragazzo è dovuto ricorrere al pronto soccorso mentre altri hanno lamentato contusioni.

Nonostante questo il presidio è continuato fino al pomeriggio seguente, deve però far riflettere il fatto che delle persone che stavano semplicemente manifestando il loro diritto ad avere una casa sono state picchiate nel bel mezzo del centro città, nel “salotto buono” di questa amministrazione. Un fatto gravissimo che non si registrava da anni e che è il frutto delle politiche xenofobe orientate all’odio portate avanti da alcune minoranze di Trieste.

Melting Pot, Redazione Friuli Venezia Giulia