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Trieste, il Comune che discrimina le bancarelle

L'amministrazione comunale vuole spostare le bacarelle dei senegalesi fuori dal centro città

Sono a Trieste da più di dieci anni, alcuni di loro anche da più tempo, e lavorano regolarmente come venditori con le loro bancarelle in Piazza Ponterosso in centro a Trieste. Ogni giorno la piazza accoglie una ventina di bancarelle fra tavolini ripieni di frutta e verdura, fiori e merce varia come borse, occhiali, vestiti, cinture. Sono equamente divise, dieci vendono alimentari e le restanti vendono merce varia. Subito salta all’occhio il fatto che le bancarelle che non vendono alimenti sono tutte gestite da stranieri, tranne in una nelle altre quasi tutti sono senegalesi. Nessuna discriminazione sembrerebbe, qui a Trieste non sono molti gli immigrati che hanno provato a cimentarsi nel mercato ortofrutticolo, quasi tutti vendono borse, occhiali, vestiti, cinture. Però sono felici di farlo, nonostante il Comune cerchi di disincentivarli. Si perchè c’è una grande differenza fra le bancarelle degli italiani e quelle dei senegalesi è non è il colore della pelle, sono le licenze a fare la differenza.
Come racconta uno dei senegalesi che abbiamo intervistato il Comune non concede mai le licenze annuali alle loro bancarelle, solo a quelle degli italiani, loro invece devono pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico ogni giorno. Ogni giorno versano alle casse comunali 7,50€, cinque giorni su sette quando invece la licenza annuale costa circa 500€. A questa ingiustizia, non motivata dal momento che la legge regionale dice che se in un mercato ci sono gli spazi sufficienti la licenza può essere concessa, e visto la loro continua e stabile presenza al mercato da anni dovrebbero poterla ricevere, loro ci si sono abbituati, per loro l’importante è poter restare in Piazza Ponterosso dove gli acquirenti non mancano.

Da settembre però è molto probabile, salvo ripensamenti, che il Comune gli obblighi a spostarsi in altri mercati più periferici. L’Amministrazione comunale ha deciso di portare alcuni cambiamenti al mercato di Piazza Ponterosso, vorrebbero che le bancarelle vendessero solo alimentari. Di fatto questo escluderebbe tutti i senegalesi. Se il Comune avesse concesso le licenze annuali come avrebbe dovuto questo problema non sarebbe sorto, ma casualmente queste licenze non sono mai arrivate ed ora se la Giunta decide di imporre la merceologia del mercato ai venditori senegalesi non resta che spostarsi altrove.
Hanno anche cercato di dialogare con il Comune, quando l’assessore allo sviluppo economico Paolo Rovis ha convocato i venditori con le licenze annuali loro, che non erano stati chiamati ma che hanno saputo dell’incontro comunque, si sono presentati in Comune, almeno per ascoltare e capire, ma l’assessore non li ha fatti neppure entrare.
“Il Sindaco a detto che vuole restituire la piazza ai cittadini” continua a raccontarci il ragazzo senegalese seduto dietro alla sua bancarella, “ma io sono qui a Trieste da più di dieci anni, io mi sento un cittadino di Trieste”.

Ascolta l’intervista http:///app/uploads/2007/06/intervista_venditore_piazzaPonterosso.mp3

Marco Visintin, Redazione Melting Pot Friuli Venezia Giulia