Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Reporter Associati del 19 gennaio 2004

UE: diritto di cittadinanza per immigrati

Un passo avanti per i diritti di cittadinanza agli immigrati in Europa

19 gennaio 2004 – La Parlamentare europea Luisa Morgantini, a conclusione dell’ultima sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, ha dichiarato che la risoluzione elaborata dal deputato socialista Claude Morales favorevole al diritto di voto agli immigrati – a livello locale ed europeo – è un contributo importante per una battaglia di civiltà.

La risoluzione, adottata da tutta la sinistra del Parlamento europeo e parte della destra ma col voto contrario di Forza Italia, chiede che l’immigrazione non venga consideratata esclusivamente per il suo potenziale economico, ma che ad essa si accompagnino misure complementari d’integrazione sul piano sociale, culturale, religioso e politico.

“E’ la prima volta”, dice Luisa Morgantini,” che viene introdotto un principio così importante per introdurre una misura concreta e potrebbe esercitare una spinta positiva sugli orientamenti dei singoli paesi, soprattutto su un paese come l’Italia dove la legge in vigore ha penalizzata ampiamente anche i diritti basilari dei migranti, come quello all’asilo e all’accoglienza”, riferendosi chiaramente alla cosiddetta legge Bossi-Fini.

La Parlamentare europea è co-fondatrice della rete delle Donne in Nero in Italia che da oltre 10 anni promuove percorsi di relazioni concrete tra i popoli in particolare attraverso la soggettività delle donne, “che spesso” dice “sono oggetto di una doppia discriminazione, come donne e come cittadine a cui non vengono riconosciuti i più elementari diritti”.

La Morgantini, riferendosi alle elezioni dei consiglieri aggiunti al consiglio comunale di Firenze alla fine dello scorso anno e alle prossime elezioni previste per i consiglieri aggiunti a Roma, si augura il più ampio sostegno a queste esperienze, che possono rappresentare un ulteriore contributo in questa direzione e auspica una maggiore attività di coordinamento tra l’associazionismo delle comunità migranti, i rappresentanti politici delle amministrazioni locali e quelli presenti al Parlamento Europeo, “perchè quanto votato nella risoluzione possa assumere un valore normativo”.

(reporterassociati/redazione)