Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

UNHCR – Crescente preoccupazione per i cittadini sub-sahariani presenti in Libia

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è
allarmato dal numero crescente di testimonianze relative a episodi di
violenza e discriminazione in Libia nei confronti delle persone
originarie dei paesi dell’Africa sub-sahariana. Le testimonianze
arrivano sia dalle regioni orientali che da quelle occidentali.
L’Agenzia reitera quindi la propria esortazione alle parti
interessate a riconoscere la vulnerabilità dei rifugiati e dei migranti
originari dell’Africa sub-sahariana e a intraprendere misure concrete
per garantirne la protezione.

Intervistati ieri da un team di operatori dell’UNHCR alla frontiera
egiziana, alcuni sudanesi provenienti dall’est della Libia hanno
raccontato che uomini armati libici stanno girando casa per casa
costringendo i sub-sahariani ad andarsene. Una ragazza sudanese di
dodici anni sarebbe stata stuprata, hanno detto. E a molte persone hanno
confiscato o distrutto i documenti. Informazioni simili sono state
rilasciate nei giorni scorsi all’Agenzia da un gruppo di ciadiani in
fuga da Bengasi, Al Bayda e Brega.

Alla frontiera egiziana un uomo bangladese è morto lo scorso fine
settimana a seguito di una rissa scoppiata per la distribuzione del
cibo. Molti dei 3.500 bangladesi che si trovano alla frontiera – fanno
sapere gli operatori UNHCR sul posto – stanno aspettando anche da dieci
giorni di essere trasportati a casa e manifestano sempre più nervosismo.
Molti devono trascorrere la notte all’aperto, al freddo, poiché gli
alloggi disponibili sono già al limite della capienza. Nella sola
giornata di ieri sono stati distribuiti 14.000 pasti alle persone
bloccate al posto di confine e nei dintorni. 5.000 circa le persone in
attesa di trasporto.

Sono per la maggior parte uomini bangladesi coloro che attendono di
essere evacuati presso entrambe le aree di confine. Ancora
insufficienti, la momento, i voli a lungo raggio per il Bangladesh e per
altri paesi dell’Asia e dell’Africa sub-sahariana, nonostante UNHCR
e OIM stiano ricorrendo ai contributi che arrivano in denaro per
noleggiare charter e nonostante diversi paesi donatori abbiano offerto
voli. Per portare tutti i migranti nei loro paesi d’origine servono 40
o 50 voli. È necessario un maggiore sostegno per portare tutti a casa.

Cala invece sensibilmente – rispetto alla settimana scorsa – il numero
degli arrivi alla frontiera tunisina con la Libia. Ieri sono stati
2.485. Ciò avviene in coincidenza con l’intensificarsi degli scontri
nella parte occidentale della Libia, che limitano notevolmente la
mobilità delle persone. Numerosi i posti di blocco militari lungo le
strade, raccontano le persone arrivate nei giorni scorsi. Vengono loro
requisiti telefoni cellulari, schede di memoria, sim card. Circa
quindicimila le persone ospitate attualmente nelle tende del campo di
transito allestito dall’UNHCR a Choucha, nei pressi della frontiera.
Tra loro l’Agenzia ha individuato 311 persone – tra cui somali ed
eritrei – con necessità di protezione.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati António
Guterres e il direttore generale dell’OIM William Lacy Swing sono oggi
in Tunisia dove incontreranno esponenti del governo e si recheranno
nell’area di confine. Qui incontreranno la comunità locale che ha
accolto generosamente le migliaia di persone affluite nelle scorse
settimane, fornendo a rifugiati e migranti un’importante assistenza,
alloggio e solidarietà.

Il numero di persone fuggite dalla violenza in Libia ha superato quota
212mila. Di queste, 122.169 hanno cercato riparo in Tunisia – tra questi
19.000 tunisini e 45.000
egiziani – e 98.188 in Egitto, 68.000 dei quali
egiziani. Ha riguardato invece il Niger un flusso minore di persone –
2.025 – di cui 1.800 originarie del paese stesso.

Sono oltre 4.000 – ha poi reso noto il governo algerino all’UNHCR –
le persone arrivate in Algeria in aereo, via mare e via terra. Tra loro
anche persone evacuate da Tunisia ed Egitto.