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UNHCR: preoccupazione per il clima di intolleranza contro gli stranieri in Italia

Comunicato stampa del 6 novembre 2007

ROMA – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime preoccupazione per il clima di intolleranza manifestatosi a seguito dell’omicidio Reggiani, avvenuto a Roma il 31 ottobre scorso. Il raid punitivo contro un gruppo di romeni, a cui sono seguite nei giorni successivi una serie di aggressioni avvenute ai danni di stranieri o di esercizi commerciali di proprietà di immigrati, hanno messo in evidenza uno stato di tensione nei confronti degli stranieri alimentato negli anni anche da risposte demagogiche alle tematiche dell’immigrazione messe in atto dalla politica.

La retorica anti-immigrazione, cui troppo spesso si è fatto ricorso negli ultimi anni, rischia di criminalizzare intere comunità, scatenando nell’opinione pubblica reazioni difficilmente contenibili. Già a febbraio di quest’anno il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia ed intolleranza, Doudou Diène, nel suo rapporto sull’Italia metteva in evidenza come si stia manifestando nel paese una ‘preoccupante tendenza alla xenofobia e lo sviluppo di manifestazioni di razzismo, in particolare nei confronti delle comunità sinti e rom, degli immigrati e dei richiedenti asilo, soprattutto di origine africana ma anche provenienti dall’Europa orientale, e della comunità islamica’.

In questo contesto, un ruolo fondamentale nell’alimentare un clima di intolleranza è stato svolto dai mezzi di informazione, la cui ricerca del sensazionalismo, coniugata all’uso di un linguaggio improprio e bellicistico, ha alimentato e sostenuto le ansie dell’opinione pubblica, oscurando gli aspetti positivi dell’immigrazione e puntando spesso sul binomio ‘immigrazione=minaccia alla sicurezza’.

Per suscitare una riflessione su queste tematiche in seno al mondo dell’informazione, l’Alto Commissariato ha promosso, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’elaborazione di una Carta che, sul modello di quella di Treviso, relativa alla tutela dei minori, possa fornire delle linee guida per i giornalisti che si occupano di immigrazione e di asilo. La Carta, attualmente al vaglio degli organi direttivi dell’Ordine dei Giornalisti, rappresenta uno strumento invocato in vari documenti dalle istituzioni dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa per impedire che i media alimentino la deriva xenofoba.

La Commissione Europea contro il Razzismo e la Xenofobia (ECRI), ad esempio, ha più volte richiamato l’Italia al rispetto delle norme anti-discriminazione europee in materia di informazione, chiedendo, nel terzo Rapporto sull’Italia (2006), di operare affinché giornalisti ed editori non contribuiscano a ‘creare un’atmosfera di ostilità e rigetto verso i membri di qualsivoglia gruppo minoritario, tra cui i cittadini extracomunitari, i rom, i sinti ed i musulmani’.

Per quanto riguarda i rom, va ricordato che questa comunità è stata spesso oggetto di vera e propria persecuzione, come nei recenti casi della Bosnia e del Kosovo, ed è tuttora vittima di discriminazione e di marginalizzazione in vari paesi europei. In Italia la comunità rom include anche rifugiati provenienti dai Balcani. L’UNHCR auspica che si arrivi a trattare questa complessa questione in maniera equilibrata, attraverso un processo di integrazione che coinvolga la stessa comunità rom e che preveda misure volte a garantire disponibilità di alloggi adeguati e accesso all’istruzione.

In merito al recente decreto in materia di allontanamento dal territorio nazionale per esigenza di pubblica sicurezza, l’UNHCR ribadisce, come affermato da Friso Roscam Abbing, portavoce del Commissario europeo alla Giustizia, Libertà e Sicurezza, Franco Frattini, che le espulsioni di cittadini stranieri debbono sempre avvenire sulla base di provvedimenti individuali che contemplino la possibilità di impugnare la decisione a livello giudiziario. L’UNHCR sottolinea inoltre come i provvedimenti di allontanamento debbano anche prendere in considerazione le conseguenze del rimpatrio per gli individui coinvolti. La giurisprudenza europea, ed in particolare la Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, è più volte intervenuta su questo tema, richiamandosi all’articolo 4 del Quarto Protocollo alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che proibisce le espulsioni collettive. La Corte europea ha configurato come espulsioni collettive una serie di espulsioni individuali di persone di una stessa nazionalità.

L’Alto Commissariato auspica quindi che, nel dibattito attualmente in corso in Italia, siano posti al centro i diritti delle persone, il rispetto degli standard internazionali ed il principio di non-discriminazione.