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USA – Milioni di persone in marcia per i diritti dei migranti

Intervista con Arnoldo Garcia, National Network for Immigrant and Refugee Rights

Seguiamo con molta attenzione quello che sta accadendo negli Stati Uniti dove milioni di persone, nel silenzio totale dei media, si stanno mobilitando contro un progetto di legge repressivo nei confronti degli immigrati senza documenti.
Abbiamo raggiunto telefonicamente a Oakland (California) Arnoldo Garcia, rappresentante del National Network for Immigrant and Refugee Rights.

D: Ci puoi spiegare quello che sta succedendo negli Stati Uniti?

R: Nelle ultime settimane più di tre milioni di membri appartenenti alle nostra comunità si sono mobilitati contro il progetto di legge in discussione al Congresso. Si tratta di un progetto di legge che tende a criminalizzare le persone senza documenti (indocumentados), i residenti con un permesso autorizzato (green card) negli Stati Uniti e addirittura quelli che sono già cittadini americani.
E’ una delle peggiori leggi mai viste. Il 6 aprile probabilmente si chiuderà il dibattito e forse la legge verrà subito approvata . Su di noi grava un vero disastro. Questa legge da il via alle deportazioni accelerate e più facili nei procedimenti. Una persona senza documenti potrebbe essere considerata automaticamente come una persona che commette un crimine quindi immediatamente deportata. Inoltre si stanno proponendo carceri per migranti nelle basi militari abbandonate, si sta pensando di rinforzare la guardia militare alla frontiera con il Messico, di aumentare gli agenti di polizia migratoria all’interno. È un disastro. Ma le nostre comunità stanno resistendo e insistono nel chiedere la regolarizzazione per tutti, per affermare i nostri diritti civili, i diritti sul lavoro e i nostri diritti come esseri umani.
Quello che stanno proponendo sostanzialmente sono tre cose. La prima è che possono rimanere solo i braceros cioè lavoratori ospiti, importati per impieghi particolari nell’agricoltura e nell’industria, tutte persone che possono essere facilmente espulse se si lamentano o se subiscono infortuni. La seconda è il programma che noi chiamiamo reportarse/deportarsi (registrasi/autodeportarsi) cioè la registrazione all’Ufficio della Sicurezza Nazionale, pagare una forte multa, dichiararsi colpevoli perché illegali e, alla fine, aspettare la possibilità di un permesso provvisorio di lavoro. Se non si qualificano queste persone verranno deportate. La terza cosa sono carceri e deportazioni.
Tutto questo rappresenta per noi una realtà inaccettabile. Per il governo sarà difficile mettere in pratica questa legge perché c’è molta resistenza contro di essa, perché noi siamo un movimento nuovo. Stiamo stringendo alleanze con le comunità afroamericane, che lavorano per la pace e la giustizia

D: In queste settimane abbiamo visto manifestazioni enormi. Dopo tanto tempo milioni di persone si sono riappropriate della strada per manifestare e chiedere i propri diritti.

R: Si. La scorsa settimana ci sono state manifestazioni come quella di Los Angeles con più di un milione di persone. Anche qui a Oakland, in California dove c’è la sede del nostro coordinamento, ci sono state migliaia di persone in piazza, come a Dallas, Phoenix, a New York, a Chicago. Migliaia e migliaia di persone, migranti e membri delle comunità.
Tre sono le cose che vogliamo: i nostri diritti, la regolarizzazione della nostra situazione migratoria e che cessino gli attacchi controre nostre comunità, che non possono essere il capro espiatorio della crisi sociale dovuta all’economia neoliberale. Hanno approvato questa legge per attaccare le nostre comunità, lo fanno per togliere i diritti a tutti quanti. Lunedì 10 aprile ci sarà una nuova mobilitazione e per il 1 maggio noi lavoratori faremo una giornata di sciopero contro la situazione economica. Si può dire che più di tre milioni di persone sono scese in piazza e molte altre si uniranno a noi. Vogliamo vedere se può esistere questo modello di sfruttamento senza di noi. Vogliamo diritti umani e diritti del lavoro.

D: Cosa succederà i prossimi giorni? Per il primo maggio state costruendo uno sciopero degli invisibili per bloccare l’economia americana?

R: Si. Abbiamo proprio intenzione di fare così. Già un anno fa in California c’è stato una sorta di sciopero totale di un giorno. Non ci furono molti problemi. Ci sono stati forti tagli alla scuola e molti studenti uscirono e abbiamo chiuso la scuola e questa chiede mezzo milione di dollari l’anno per andare avanti. Quello che si creò in quella occasione è che furono bloccate tutte le scuole, molti studenti partirono Il divario economico è forte. La settimana scorsa gli studenti delle scuole secondarie, primarie, di preparazione all’università sono scesi in strada.
I ragazzini, i giovani, gli adulti sono scesi in strada per pretendere i propri diritti. È stato incredibile vedere i bambini uscire dalla scuola, scendere in strada per chiedere diritti e giustizia uguali per tutti. Le mobilitazioni che abbiamo fatto e che stiamo costruendo non riguardano solo le grandi città ma anche nei centri più piccoli la gente sta cominciando a discutere e a mobilitarsi.

D: Puoi spiegare cosa succederà in queste ore con il dibattito in corso al Congresso?

R: Sembra che ci possa essere la votazione per chiudere il dibattito. Sembra che il partito repubblicano abbia raggiunto un accordo segreto con Bush perché all’interno del partito i repubblicani sono divisi su come muoversi per la costruzione dell’agenda di politiche neoliberali. Si sta parlando del fatto che ci sarà un programma in cui è prevista una sanatoria per i braceros, più repressione all’interno e più militarizzazione alle frontiere. Noi ci stiamo mobilitando, mandiamo fax, lettere e telefonate ai delegati del Congresso però, per il momento non ci stanno dando retta.
Forse non approveranno la legge ma sinceramente non ho una grande speranza. La nostra unica speranza è che realmente le nostre comunità si mobiliteranno.

D: Sappiamo che tutto questo sta avvenendo senza che i giornali ne parlino. Ci puoi raccontare come è la situazione dal punto di vista dell’informazione?

R: C’è una censura totale. Per esempio si è parlato molto di un centinaio di persone di un gruppo razzista contro gli immigrati i “ Minuteman” (i vigilantes che organizzano ronde alla frontiera), uomini bianchi, razzisti. Loro hanno ricevuto maggiore attenzione a confronto dei tre milioni di persone che hanno manifestato contro la legge HR4437. Addirittura, in occasione della marcia di Chicago, in cui si mobilitarono quasi mezzo milione di persone, la prima così grande, noi stessi abbiamo dovuto fare un passa parola perché non c’era traccia sull’informazione ufficiale di questa mobilitazione.
Non scrivono assolutamente niente, è un black out totale, una sorta di strategia raffinata che usano per cercare di bloccare la comunicazione sociale, per bloccare chi appoggia gli immigrati, per non dire chi è contro e a favore di questa legge.
Dobbiamo pensare che in California una persona su quattro è immigrata, compreso il governatore Schwarzenegger e, una persona su sette negli Stati Uniti è immigrata. Si tratta di una realtà sociale che riguarda veramente tutti quanti. Repubblicani e democratici stanno cercando il modo per reprimere ancora di più questa realtà. Addirittura, se passasse questa legge, il lavoro che facciamo attraverso la nostra organizzazione di solidarietà con migranti e rifugiati, diventerebbe impossibile, illegale. Con questa legge questo tipo di attività a favore di migranti verrebbero chiuse perché trasformate per legge in attività illegali.
Non so cosa succederà ma so di sicuro che non molleremo. Anche dall’Italia dovete mandare messaggi, inviare fax di solidarietà verso queste mobilitazioni al presidente per dirgli che tutto ciò è impossibile, sia a livello nazionale che internazionale. Che gli Stati Uniti sono diventati un paese illegale, un paese della banca rotta, che vuole risolvere i suoi problemi usando forme di repressione con i lavoratori migranti. Ma tutto questo non può durare.