Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

http://punto-informatico.it del 28 febbraio 2006

USA, sensori e robot a guardia dei confini

Washington lancia la Border Initiative Net: il governo americano è pronto ad offrire contratti miliardari alle aziende che realizzeranno un sistema automatizzato per il controllo dei confini.

Washington (USA) – Come fare per riprendere il controllo dei confini, continuamente attraversati da milioni di clandestini, trafficanti di droga e mercanti di umani? La soluzione ha l’eccezionale valore di due miliardi di dollari e si chiama Border Initiative Net, presentato dall’amministrazione americana come un rivoluzionario sistema informatico ad altissima tecnologia per salvaguardare l’integrità dei confini nazionali.

L’iniziativa, nata su decisione del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale fondato dall’amministrazione Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, mira alla creazione di una rete di sensori e telecamere lungo tutto il perimetro del territorio statunitense.

I sensori, capaci di captare il calore corporeo di qualsiasi essere vivente, saranno collegati ad una infrastruttura in grado di dare l’allarme al pronto intervento delle guardie di confine. Il progetto principale, come si apprende dalle fonti ufficiali e da un articolo apparso sul Washington Post, prevede addirittura l’impiego di automezzi robotizzati, capaci di “battere” intere zone e sorvegliare lunghi tratti di confine. Tali automezzi potrebbero essere accompagnati da aerei senza pilota in grado di fotografare le zone più “calde”.

Il sistema sarà destinato principalmente alla punta meridionale degli Stati Uniti, trafficata da più di un milione di clandestini all’anno, prevalentemente provenienti dal Messico e da altre zone del Sud America. Immigrati illegali che, nonostante l’impegno di 9.500 agenti delle forze dell’ordine, riescono a farsi beffa dei sistemi di controllo tradizionale.

“Chi può dire se tra tutte quelle persone si nasconde un terrorista, uno che intende venire nel nostro paese per farci del male?” si domanda Kevin Stevens, responsabile del programma. “La sfida che ci troviamo ad affrontare è proprio questa”, incalza. L’amministrazione federale di Washington ha già aperto il bando di gara per l’assegnazione dei contratti.

L’offerta ha interessato 400 aziende del settore: i favoriti sono il colosso dell’elettronica bellica, General Dynamics, nonché i pesi massimi dell’industria degli armamenti, Lockheed e Northrop. I fondi finora stanziati dal governo statunitense sono considerevoli: “Il costo finale dell’iniziativa”, sostiene Bruce Walker di Northrop, “potrebbe arrivare facilmente attorno ai due miliardi e mezzo di dollari”.

Tommaso Lombardi