Sono 573.708 le persone naturalizzate negli Stati Uniti nel 2002 (ultimi dati disponibili), il 6% in meno dell’anno precedente (malgrado le domande siano aumentate). Naturalizzare significa conferire la cittadinanza americana: possono richiederla gli stranieri ( aliens ) che hanno superato i 18 anni, ottenuto un permesso di soggiorno, vissuto continuativamente negli Usa per almeno 5 anni. Tra i requisiti richiesti, la conoscenza della lingua e della storia americana nonché «un buon carattere morale». Il numero dei naturalizzati si è impennato a partire dagli anni ’90. Tra il 1908 e il ’90, sono due volte (nel ’43 e nel ’44) avevano superato le 300 mila unità. La maggioranza di coloro che hanno ottenuto la cittadinanza nel 2002 sono donne (53%). Il 42% dei «nuovi americani» ha dai 30 ai 44 anni, il 65% è sposato. Quanto all’occupazione, il gruppo più numeroso è costituito da operai e artigiani (10%) seguiti dai professionisti (8%). Lo Stato che ha visto più immigrati naturalizzati è la California (26%) seguita da New York (16%). Le aree di provenienza? Prima l’Asia (41%), secondo Nordamerica (30), terza Europa (sotto il 15%). Gli americani «naturalizzati» vengono soprattutto dal Messico (13%). La classifica dei primi dieci Paesi di provenienza prosegue con Vietnam, India, Cina, Filippine, Corea, Repubblica Dominicana, Giamaica, Polonia e Ucraina. Prima di ottenere la cittadinanza hanno soggiornato negli Stati Uniti in media per 8 anni (contro i 10 anni di quanti sono stati naturalizzati nel 2000).
In attesa di ottenere la naturalization ci sono gli immigrants , coloro che hanno ottenuto un permesso di residenza permanente negli Stati Uniti: nel 2002 sono stati poco più di un milione. Di questi, i russi costituiscono il 2% (20.833 persone).
da Il Corriere della Sera del 21 dicembre 2003