Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Un solo e caro Augurio… “No CIE ”

Comunicato Stampa dell'Osservatorio Migranti Basilicata - Gervasio Ungolo

Photo credit: Osservatorio Migranti Basilicata

Non poteva iniziare meglio questo nuovo anno se non con la riapertura dei CIE (Centri di Identificazione e Espulsione): “un CIE in ogni Regione” tuonava l’allora ministro di centro destra il leghista Maroni, quando anche la Basilicata se ne dotava di uno sottraendolo all’accoglienza dei braccianti e ricacciando questi ultimi nei tuguri che conosciamo.

La circolare emessa dal Capo della Polizia F. Gabrielli con la quale si esprime la volontà di aumentare il numero dei detenuti all’interno delle carceri amministrative (CIE) portandoli dalle attuali 360 unità alle oltre 1500 e quella di aumentare i rimpatri per chi è in possesso di un decreto di espulsione, costituisce un chiaro segno di come anche questo governo abbia intenzione di affrontare la questione sicurezza e terrorismo.

Anche il governo Gentiloni infatti, attraverso il ministro Minniti, vede ed accomuna due temi distanti tra loro, quello delle migrazioni e quello del terrorismo; tema tanto in voga tra gli ambienti di destra e ultimamente in quelli grillini, sempre a caccia di consensi sulla pelle degli ultimi…. volendo nascondere e non affrontare i temi reali e cioè quelli che riguardano i diritti, la casa, le politiche del lavoro e dello sfruttamento, i traffici degli uomini e il business dell’accoglienza.

Alle politiche già restrittive che soffocano il mondo dei migranti e che non permettono quella coesione sociale, unico ed efficace deterrente per sconfiggere gli atti di violenza, si aggiungono metodi e strumenti che servono a poco se confrontati con i numeri ma anche con eventuali accordi che prevedono i rimpatri con i Paesi di provenienza. Non dobbiamo dimenticare che si tratta di Paesi in cui spesso sono proprio i capi di Stato a costituire il problema… e allora come pensare che questi possano essere la soluzione?

Ecco allora che tutto ricade su chi è costretto alla fuga soprattutto quando non c’è un’assunzione di responsabilità del fenomeno: chi dovrebbe farsene carico se non il continente europeo attraverso la ritrattazione dei protocolli da Schengen a Dublino I e II?

Questa circolare interessa da vicino anche la nostra Regione visto che è ben lustro il CIE di Palazzo San Gervasio e che non si aspetta altro che la sua apertura; apertura che sembra attirare su di se le aspettative di molti anche da un punto di vista occupazionale in una Regione ultima per quanto riguarda l’economia reale e in una prospettiva di sviluppo del settore accoglienza come spesso ci ricordano i nostri governanti locali.

Il tema dell’accoglienza non può essere risolto secondo il modello improntato sull’accoglienza nei giorni in cui si scatenava la Primavera Araba (2011), abbiamo visto i limiti di questo modello che crea segregazione ed isolamento nei lunghi giorni di attesa di un responso da parte delle commissioni preposte. E ora che anche in Basilicata si faccia nascere un Tavolo Sociale che discuta del fenomeno immigratorio non solo tenendo conto dell’affare che esso produce. Si ripristini la Commissione Regionale sull’Immigrazione in attesa che la burocrazia attivi gli strumenti che la nuova Legge sull’Immigrazione si è dotata e soprattutto facciamo che i Consigli Territoriali delle Prefetture includano ed ascoltino le tante voci che arrivano dal mondo del terzo settore.

Links utili:
www.osservatoriomigrantibasilicata.it
Facebook