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Da Il Manifesto del 28 maggio 2008

Un villaggio per i rom, la svolta del comune di Venezia

Poco meno di tre milioni di euro per un progetto che, in questi tempi di pogrom contro i rom, è come una ventata d’aria fresca. Anzi, la conferma che diversamente si può. Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, l’ha ribadito nei giorni scorsi: il campo dei sinti di Mestre sarà un piccolo villaggio, in grado di ospitare centocinquanta cittadini che sono tutti cittadini italiani da almeno un paio di generazioni. Un villaggio che avrà casette ma anche lo spazio per parcheggiare la roulotte. I fascisti locali insorgono. E si sprecano nei commenti da far accapponare la pelle. Ma tant’è, il pacchetto sicurezza appena approvato dal consiglio dei ministri va in quella direzione. Così sulla stampa locale si possono leggere le esternazioni del centrodestra veneziano. «Una follia», per il capogruppo di An in comune Raffaele Speranzon, che aggiunge: «I problemi dell’integrazione non si risolvono così. Il nuovo campo che risponde alle esigenze di chi ci vive già non farà che attrarre nuovi nomadi». Per il presidente del consiglio comunale, il forzaitaliota Renato Boraso la proposta dell’amministrazione è «scandalosa, una decisione che grida vendetta. A Mestre non si fanno le opere strategiche come le fognature – dice – o non si trovano le risorse per abbassare le rette degli asili nido ma in compenso si investono quasi tre milioni di euro per strutture con acqua, luce e gas che chissà chi pagherà». La Lega batte sul tasto sicurezza. «La giunta di centrosinistra – dichiara il capogruppo del partito di Bossi, Alberto Mazzonetto – finge di ignorare tutte le attività criminose per le quali l’attuale campo di via Vallenari è tristemente noto».

In via Vallenari da anni si sono installate le roulotte dei cittadini sinti italiani di Mestre. Molti di loro lavorano, altri si sono sposati o convivono con gagè locali. «I lavori del nuovo villaggio – dice l’assessore ai servizi sociali fresco di nomina, Sandro Simionato – inizieranno a ore. Si tratta della prima parte del lavoro, quello di infrastrutturazione». Cioè si faranno le fognature e si prepareranno gli allacciamenti e quant’altro. «Sei mesi – dice Simionato – e poi arriveranno le casette». Trentotto per ospitare i nuclei familiari presenti. Sette famiglie hanno in realtà accettato la collocazione in case pubbliche. Gli altri preferiscono «mantenere le loro tradizioni – dice ancora l’assessore – e è per questo che vicino alle casette prefabbricate in cemento, ciascuna di 45 metri quadrati, con servizi igienici e cucina, ci sarà il posto per la roulotte». I sinti veneziani sono impegnati nella raccolta del ferro, soprattutto, spesso inseriti in un percorso gestito o comunque in accordo con un’azienda municipale. La decisione di andare avanti con la realizzazione del villaggio è per l’amministrazione Cacciari importante perché implica un miglioramento netto delle condizioni attuali oggettivamente giunte al limite. Anche se anche adesso il campo ha addirittura due numeri civici, il 19 e il 19A. «Il problema – spiega l’assessore Simionato – è che lo spazio è davvero compresso e limitato, ormai il campo è circondato da edifici e i servizi igienici sono molto limitato». Il nuovo villaggio invece avrà acqua, luce, gas, fognature. «Ciascuna famiglia – dice Simionato anche per rispondere alle petulanti accuse sul chi pagherà i servizi – dovrà gestirsi non solo la casetta ma sarà responsabile anche delle utenze». Del resto i sinti veneziani sono presenze «anziane» nel tessuto cittadino. Anche se continuano a essere guardati con diffidenza sono comunque presenti nelle scuole, per esempio. «Fino alla quinta elementare – dice Simionato – grazie ai percorsi pensati dall’amministrazione e da alcune associazioni e gruppi i bambini a scuola ci vanno. Alle medie è un po’ più complesso, ma stiamo lavorando anche su questo aspetto».
Per una buona notizia non poteva mancare quella pessima. La commissione cultura del consiglio regionale del Veneto ha infatti nei giorni scorsi approvato con i voti di Forza Italia e Lega la proposta di legge della stessa Lega che cancella la legge veneta del 1989, denominata «interventi a tutela della cultura dei rom e dei sinti». Ora la proposta arriverà in aula. Contrari alla proposta il Pd, Italia dei Valori e Nuovo Psi.

Orsola Casagrande