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tratto da peacereporter.net

Una legge degli Stati Uniti discrimina gli immigrati

Cubani si, haitiani no

di Alessandro Grandi

Che l’area intorno alle isole dei caraibi sia frequentatissima dai turisti di ogni angolo del mondo non è certo una notizia, ma che sia battuta da trafficanti di uomini però, è una novità abbastanza inquietante, soprattutto per le conseguenze che ne derivano.
Quando si parla di immigrazione, nel continente latinoamericano, si intende soprattutto quella dei messicani che si muovono negli Stati Uniti (vedi manifestazioni di questi ultimi giorni) o quella dei cubani che scappano da Castro alla ricerca di una libertà che non troveranno nemmeno a 90 miglia dall’Havana. Pochi conoscono le vicende degli honduregni o dei guatemaltechi che cercano fortuna altrove. Ancora meno nota è la tragica situazione che vede protagonisti i cittadini haitiani.

Piedi asciutti o bagnati? Pochi giorni fa è arrivata sulle coste della Florida, Stati Uniti, una carretta del mare con a bordo 46 persone, tutte haitiane tranne una, lo scafista. Dopo un viaggio pieno di pericoli (quel tratto di mare è particolarmente frequentato da squali e non sempre le sue condizioni ne permettono la traversata) hanno messo piede a terra, in territorio Usa. Lì, solo per gli haitiani, sono iniziate le sorprese.
Dal 1966, infatti, esiste una legge negli Stati Uniti che viene chiamata “the cuban adjustment act”, conosciuta in spagnolo come “Ley de Aduste cubano”, o meglio ancora legge “dei piedi asciutti e dei piedi bagnati”. Questa norma permette alla magistratura, “a sua discrezione”, di regolarizzare gli immigrati illegali cubani e farli diventare a tutti gli effetti ‘residenti permanenti’ già dopo un anno di soggiorno statunitense.
Purtroppo, però, questa sorta di scappatoia a favore dei cubani non vale per le altre popolazioni dell’area, come appunto per gli haitiani. Non appena messo piede a terra, infatti, i 19 uomini, le 15 donne e i 2 bambini presenti (tutti provenienti da Haiti) sono stati posti momentaneamente in stato di fermo dalle autorità statunitensi e un giudice ne ha disposto il rimpatrio forzato.

Due pesi due misure. Immigrati di serie A e di serie B? Sembrerebbe proprio così. Secondo la legislazione statunitense un cittadino cubano ha molti più diritti di un cittadino haitiano. A tal proposito Marlene Bastien, direttrice della Haitian-American Grassroots Coalition, l’organizzazione che raggruppa varie associazioni di haitiani che vivono negli Usa, si è lamentata, facendo sapere che secondo lei la legge dovrebbe essere uguale per tutti. Secondo quando riportato dal quotidiano cubano Granma, la Bastien sostiene che questa legge farsa non si preoccupi nemmeno dei diritti dei bambini: se sei haitiano sarai rimandato a casa con la forza, se sei cubano potrai fermarti negli Usa. Non è discriminazione anche questa?