Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 21 novembre 2003

Una tendopoli per gli immigrati di Ernesto Milanesi

La solidarietà dell'altra Treviso agli stranieri sgomberati dall'ex ospedale. E domani corteo

Treviso – Una tendopoli, circondata dalla solidarietà degli scouts e dei trevigiani. Domani la manifestazione (ore 15, piazzale stazione) contro l’apartheid di Marca. Lo sgombero dei lavoratori migranti è diventato un «caso», il metro di misura per distinguersi dal leghismo alla Gentilini come pure dalle irruzioni dei carabinieri che martedì hanno svuotato l’ex ospedale psichiatrico Sant’Artemio e l’ex seminario dei padri Sacramentini a Casier. Domani in piazza «per il diritto alla casa per tutti». L’appello di Treviso è lo stesso dell’Humanity Day di un anno fa, quando piazza dei Signori si era riempita di extracomunitari e «cittadini del mondo». La manifestazione, di fatto, segna anche l’inizio della contestazione al vertice dei ministri Ue che il 27 e 28 a Padova dove si riuniscono per discutere di politiche abitative. Il «movimento» – ieri in anteprima ha fatto un blitz all’Hotel Majestic – sede del summit – trascinando mobili e altro in mezzo alla strada, più o meno ciò che è successo agli immigrati di Treviso – ha già inaugurato il sito www.padovainaction.org, mentre si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli del programma della contestazione. Gli immigrati di Treviso, però, sono il simbolo della dignità negata e della casa-miraggio nel ricco Nord Est. Non bastano permessi di soggiorno e contratti di lavoro ad assicurare loro un tetto. Tant’è che l’avevano trovato, occupando l’ex ospedale e l’ex seminario.

Una volta di più, l’altra Treviso si è mobilitata, come in occasione dell’occupazione del duomo da parte degli stranieri «sfrattati» dalle ruspe dell’allora sindaco-sceriffo della Lega. L’altra sera gli scout hanno montato in velocità le tende che hanno riparato dal gelo gli immigrati che hanno trovato Sant’Artemio con porte e finestre murate. A Casier, invece, i centri sociali del Nordest hanno occupato il giardino della vecchia materna per far posto al tendone riscaldato. Prima, ancora scintille con le forze dell’ordine con Sergio Zulian, presidente del comitato M21, a perorare la causa degli immigrati. Un’intera giornata con le ambulanze del Suem a fronteggiare malori e «colpi di freddo» (cinque i ricoverati). In soccorso degli immigrati anche i volontari della Caritas e della parrocchia di Sant’Antonino. «Abbiamo portato bevande calde» – racconta il parroco don Giorgio Riccoboni, lo stesso che un paio d’anni fa aveva ospitato alcuni extracomunitari sgomberati. «E abbiamo preparato una minestra calda. E’ il minimo che potevamo fare».

Davanti ai cancelli dell’ospedale Sant’Artemio, l’altra tendopoli. Già martedì sera qualche decina di immigrati si era potuta accomodare nelle tende degli scout di Villorba-Lancenigo, Monigo e San Zeno-San Lazzaro. Un intervento in grado di far concorrenza alla Protezione civile…

Ieri, invece, i consiglieri regionali Maria Luisa Campagner e Igino Michieletto della Margherita, Adriana Costantini dei Ds e Gianfranco Bettin dei Verdi hanno incontrato il prefetto Natale Labia, sollecitando di rendere nuovamente disponibili, in via transitoria, gli spazi dell’ex ospedale psichiatrico.

Prende posizione anche la Camera del lavoro di Treviso (che con il Tavolo permanente per la pace aderisce alla manifestazione), che anticipa così la riunione del Consiglio territoriale per l’Immigrazione di oggi pomeriggio in prefettura: «Ci aspettiamo tutti di trovare risposte in tempi brevi, nelle quali ciascuno sia messo di fronte alle proprie responsabilità, individuando soluzioni strutturali per l’inserimento dei lavoratori in alloggi decorosi».