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dal Gazzettino di Pordenone del 1 agosto 2007

Una “voce” chiama i clandestini

Stranieri arrivano da tutta Italia convinti che ci sia una sanatoria. Fermati in 15, due arrestati

Arrivano a Pordenone anche da Napoli e da altre città del sud. Più frequentemente da Padova, Treviso, Brescia e anche Milano. Lasciata la stazione ferroviaria cercano gli uffici postali. In tasca hanno il cosiddetto “kit” (spesso compilato irregolarmente) per la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno. Alcuni sono pure muniti della relativa ricevuta che solitamente viene rilasciata alla consegna della documentazione e che consente provvisoriamente di ottenere codice fiscale e tessera sanitaria fino alla chiamata (un periodo che varia dai quattro agli otto mesi) per l’eventuale regolarizzazione.

Sono tutti clandestini convinti che sia in corso una nuova regolarizzazione e che proprio a Pordenone ci sia la possibilità di essere regolarizzati. E così questa sorta di “catena di Sant’Antonio” dell’immigrazione clandestina sta portando in città, da circa un mese a questa parte, centinaia di stranieri. Un modo, forse, per trovare la possibilità di prolungare di qualche mese – proprio attraverso il kit e la ricevuta – la permanenza sul territorio nazionale. Ma gli immigrati irregolari, anziché trovare la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, si imbattono nella polizia che li denuncia.
Nella sola giornata di lunedì i poliziotti della Questura cittadina ne hanno fermati quindici. I clandestini, tutti africani in particolare ghanesi, nigeriani o sudanesi, si trovavano a pochi passi dalla sede della Poste centrali e nelle vicinanze di un Call-Center del centro cittadino. Per tredici stranieri è immediatamente scattato il provvedimento prefettizio di espulsione e il relativo ordine del Questore di Pordenone di abbandonare entro cinque giorni il territorio nazionale partendo dalla frontiera aerea di Roma-Fiumicino. Per due degli extracomunitari sono invece scattate le manette: Chinedy Duru, 35 anni, nigeriano, e Rasak Abdul Lamni, 25 anni, sudanese, sono stati arrestati – come prevede la legge Bossi-Fini – perché inottemperanti all’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni.

La polizia, inoltre, ha denunciato in stato di libertà gli altri tredici clandestini perché privi di documenti di identificazione. Ora le indagini della polizia stanno proseguendo per capire esattamente come possa essere circolate in tutta Italia l’infondata voce secondo la quale in città ci sarebbe la possibilità di fare la sanatoria . «Non sono in corso – ha voluto precisare la Questura – procedure di regolarizzazione, né sono stati emanati provvedimenti volti a sanare immigrati regolari. Le istanze di rilascio dei permessi devono perciò continuare a essere corredate della prescritta documentazione secondo le note modalità procedurali». L’allarme sull’arrivo di molti stranieri era stato lanciato un paio di settimane fa dall’Associazione Immigrati. C’era anche l’ipotesi che i “kit” prestampati (ma irregolari proprio perché privi della documentazione richiesta) venissero fatti pagare 25 euro. Anche su questo ci sarebbero accertamenti. Per ottenere il permesso legato a un lavoro è fondamentale avere il kit precompilato dell’Ufficio provinciale del lavoro. Non è affatto sufficiente il kit autocertificato, come invece pare avessero i clandestini fermati lunedì dalla polizia.
D.L.