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Ungheria: progetto di legge sulla trasparenza dei finanziamenti stranieri alle ONG

Un attacco trasparente alla società

Foto: Hungarian Helsinki Committee

Il parlamento ungherese controllato da Fidesz-KDNP ha sfidato le critiche nazionali e internazionali e martedì 8 giugno 2017 ha votato per adottare la controversa proposta di legge sulle ONG. I partiti di opposizione hanno criticato all’unanimità la decisione.

Secondo critici in patria e all’estero, la legge ingiustamente stigmatizza le ONG in violazione del diritto ungherese e dell’UE. Il progetto di legge è stato adottato con 130 voti favorevoli e 44 contrari e 24 astensioni.

Il disegno di legge, ufficialmente intitolato “Transparency of organiztions Finenced from Abroad” (legge T/14967) è evidentemente giustificato dalla necessità di contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, nonché di proteggere le istituzioni politiche ed economiche del paese da “indebite influenze“. Tuttavia, questa legislazione deve essere vista nel contesto degli sforzi in corso per screditare le ONG.

Recentemente, i rappresentanti del governo del primo ministro Viktor Orbán hanno fatto una serie di dichiarazioni pubbliche che dimostrano chiaramente il loro disprezzo per le organizzazioni che sfidano lo stato “illiberale“. Il Primo Ministro stesso a febbraio 2017 durante un discorso alla nazione ha dichiarato: “… nel 2017 dovremo anche prendere la lotta contro gli attivisti sempre più forti delle organizzazioni internazionali. […] È un problema che i finanziamenti esteri siano usati segretamente per influenzare la politica ungherese. […] Stiamo [parlando] di attivisti pagati da organizzazioni internazionali e dalle loro filiali in Ungheria“.

L’uso di tale retorica, purtroppo, è diventato uno strumento comune nell’Europa centro-orientale per disprezzare una serie di gruppi che lavorano su temi legati alla promozione della democrazia e dei diritti umani. Ad esempio, i funzionari russi e macedoni hanno usato linguaggi simili per attaccare la società civile e hanno successivamente introdotto legislazioni e ispezioni finanziarie punitive per pregiudicare le loro attività.

I robot del governo hanno votato per adottare la legge della società anti-civile. Vergognoso“, ha commentato Zoltán Kész, deputato indipendente che rappresenta la città di Veszprém e critico di Fidesz, immediatamente dopo la votazione.
La decisione di Fidesz di avanzare con il disegno di legge è solo il più recente in una serie di passi del primo ministro Viktor Orbán dal 2010 per frenare voci indipendenti e critiche in Ungheria.

All’inizio di giugno, la Commissione di Venezia, l’organo consultivo competente per il diritto costituzionale del Consiglio d’Europa, ha criticato la “campagna virulenta” del governo ungherese contro le ONG finanziate dall’estero, aggiungendo che il disegno di legge impone obblighi eccessivi alle ONG e sanzioni sproporzionate.

In risposta alla critica della Commissione di Venezia, il governo ha modificato il disegno di legge, ma in modo tale da lasciare in atto le sue disposizioni più perniciose, incluse quelle che stigmatizzano le organizzazioni come “finanziate dall’estero” e la minaccia di sciogliere legalmente un’organizzazione non governativa registrarsi come tale.

Il governo ha anche respinto le richieste della Commissione di Venezia di coinvolgere i gruppi interessati in una consultazione pubblica sul disegno di legge, affermando che tali raccomandazioni sono “politiche“.

Nel dicembre 2016, Orbán in un’intervista al blog propagandistico pro-governo 888.hu e ha detto: “[2017] sarebbe l’anno in cui Soros e le potenze che simboleggia saranno schiacciate“.

Da allora, il partito al governo ha adottato una legislazione efficace che ha costretto la chiusura della Central European University, una prestigiosa università di Budapest fondata e finanziata dal miliardario americano filosofo George Soros venticinque anni fa. Il progetto di legge adottato martedì 8 giugno è l’ultima tappa che mira a organizzazioni e gruppi di salvaguardia dei diritti in Ungheria, molti dei quali hanno ricevuto finanziamenti dalla Fondazione Open Society di Soros.

Secondo Goran Buldioski, direttore della Fondazione Open Society in Europa: “I cambiamenti estetici alla legge in risposta alla Commissione di Venezia non hanno alterato il vero intento della legge: cerca di sopprimere le voci democratiche in Ungheria proprio quando il Paese ne ha più bisogno. Attacca gli ungheresi che aiutano i concittadini a sfidare la corruzione e il potere arbitrario, e che si battono per i media liberi e indipendenti e per un dibattito aperto”.

Nonostante il senso di urgenza del governo ungherese nell’adottare la legislazione sulle ONG per affrontare le “preoccupazioni di sicurezza” (non meglio specificate) e aumentare la trasparenza, i suoi critici sostengono che la legge non ha alcuna reale giustificazione. La legge ungherese richiede già che le ONG rispettino vigorose misure di trasparenza, incluse gli obblighi statuari di pubblicare tutti i finanziamenti ricevuti.

Le esenzioni sono concesse in base alla legge. Per esempio, la legge non si applica alle organizzazioni religiose, sportive o ad ogni organizzazione che riceve fondi esteri se detti fondi sono trasferiti attraverso un’istituzione di bilancio statale.
Human Rights Watch, un’organizzazione internazionale che svolge attività di ricerca e di advocacy sui diritti umani, afferma che non c’è dubbio che l’obiettivo sia quello di stigmatizzare i gruppi indipendenti utilizzando l’etichetta “finanziata dall’estero” e interferire con la loro capacità di lavorare liberamente, tra cui applicando inutili oneri e minacciando sanzioni.

La proposta di legge è la forma “legale” di questo sentimento di ostilità in Ungheria. Il suo campo di applicazione riguarda tutte le organizzazioni o associazioni che ricevono annualmente almeno 7,2 milioni di fiorini ungheresi (circa 23mila Euro), escludendo gruppi come le associazioni religiose e sportive. La definizione di “finanziamenti esteri” include qualsiasi sostegno finanziario che derivi direttamente o indirettamente dall’estero, comprensivo di donatori privati. I finanziamenti UE saranno esenti solo se il governo avrà un controllo diretto della gestione.

Il disegno di legge impone a questi gruppi di registrarsi nuovamente presso i tribunali come organizzazione che riceve finanziamenti esteri, di fornire relazioni annuali sulla loro situazione di finanziamento e di dichiarare pubblicamente sul proprio sito e su ogni pubblicazione “organizzazione che riceve finanziamenti esteri”. La mancata osservanza di tali regole comporterebbe una procedura di cancellazione semplificata avviata dal pubblico ministero, che in pratica significherebbe la chiusura dell’organizzazione.

Queste disposizioni sono problematiche per una serie di ragioni. Più ovviamente, sono entrambe arbitrare e discriminatore. Nonostante la giustificazione della necessità di combattere l’attività illecita e di proteggere l’interesse nazionale, non si spiega perché le associazioni non politiche, ma in teoria, altrettanto sensibili alle influenze “negative“, siano escluse dalla legge. Ciò suggerisce fortemente uno sforzo consapevole per individuare le ONG in base ai propri pensieri, piuttosto che a qualsiasi sospetto legittimo di infrazioni. Il disegno di legge sembra cercare di screditare le opinioni diverse dal governo obbligandoli a includere etichette destinate a delegittimare le organizzazioni.

Anche i requisiti di registrazione e di comunicazione creano un significativo onere amministrativo aggiuntivo per i suoi obiettivi che ostacolano la loro capacità di operare in modo efficace. Le misure penali per la mancata osservanza sono anche sanzioni sproporzionate per il reato. Infine, il disegno di legge minaccia i diritti della privacy dei donatori, in quanto impone alle ONG di pubblicare il nome, il paese e la città di ogni donatore straniero, indipendentemente dal loro status di privati.

Nella sua forma attuale, il disegno di legge è incompatibile con gli standard di espressione libera riconosciuti a livello internazionale e con la responsabilità positiva del governo di creare un ambiente favorevole alla difesa dei diritti umani.

Le ONG ungheresi hanno pubblicato un’analisi iniziale del progetto di legge sulle organizzazioni finanziate dall’estero, che descrive i potenziali conflitti con i principi fondamentali europei e internazionali, accessibili qui.