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Unhcr – Cessazione dello status di rifugiato per gli esuli angolani e liberiani

Ciò significa che le persone che hanno lasciato i due paesi e che sono
rimaste all’estero non potranno più essere considerate dei rifugiati
dall’UNHCR e dai governi che li ospitano. L’Agenzia sta collaborando
con i governi di provenienza e di asilo per trovare una soluzione sia
per quei rifugiati che desiderano ritornare a casa sia per quelli che,
avendo stabilito forti legami con i paesi ospitanti, intendono
rimanervi. I rimpatri volontari continuerrano ad essere assistiti e, al
tempo stesso, vengono discusse diverse possibilità per un’integrazione
a livello locale e/o il riconoscimento di uno status legale
alternativo.

In Liberia la cessazione dello stutus di rifugiato sarà applicata a
quelle persone che hanno lasciato il paese durante le due guerre civili
che hanno profondamente sconvolto il paese fra il 1998 e il 2003,
uccidendo più di 250mila persone e costringendone 750mila ad abbandonare le proprie case e a trovare un rifugio altrove il Liberia o
all’estero.

Il rimpatrio volontario in Liberia è stato promosso nel 2004, da quando
l’UNHCR ha aiutato circa 135mila persone, e più di 8.500 quest’anno,
a ritornare in Liberia. Questi dati sono più alti rispetto alle cifre
del 2010 (1.278 rimpatri) e del 2011 (1.762 rimpatri), probabilmente
accresciuti dall’annuncio di gennaio che lo status di rifugiato
sarebbe terminato il 30 giugno. Molti altri, per lo più provenienti da
altri paesi dell’Africa Occidentale, sono tornati in Liberia
autonomamente.

Altri 16.641 rifugiati della Liberia hanno fatto richiesta per tornare
nel proprio paese e saranno rimpatriati dall’UNHCR nelle settimane a
venire. I rifugiati che stanno ritornando provengono principalmente
dalla Costa d’Avorio, dal Ghana, dalla Giunea e dalla Nigeria. Gruppi
di persone più piccoli rientrano invece del Gambia, della Guinea Bissau,
del Mali, del Senegal e della Sierra Leone. La maggior parte è stata
rimpatriata per via aerea o via terra.

I rifugiati liberiani che desiderano restare nel paese di asilo
dovranno avere i requisiti legali necessari per quel paese: per esempio
una residenza di lungo periodo o permanente. L’UNHCR e i suoi governi
partner stanno lavorano per aiutare le persone a risolvere questo tipo
di problema. Grazie al Protocollo sulla Libertà di Movimento ECOWAS,
tutti i cittadini dei paesi facenti parte dell’ECOWAS, fra cui gli ex
rifugiati liberiani, hanno il diritto di risidere, stabilirsi e lavorare
in tutti i paesi dell’ECOWAS.

L’UNHCR sta anche dando il suo sostegno per l’integrazione di
queste persone attraverso progetti di sussistenza e formazione e si sta assicurando che abbiano accesso alle strutture scolastiche e sanitarie. Circa 12.300 liberiani in esilio da più di 20 anni hanno recentemente riconfermato il loro desiderio di integrarsi a livello locale.

In Angola, la conclusione dello status di rifugiato sarà applicata a
quelle persone che hanno lasciato il paese durante la guerra di
indipendenza dal Portogallo del 1965-75 e la successiva guerra civile,
conclusasi nel 2002. L’anno scorso l’UNHCR e il governo
dell’Angola hanno promosso un nuovo programma di rimpatrio
organizzato per i rifugiati angolani nei paesi limitrofi. Dall’inizio
di questo programma circa 23.000 angolani hanno fatto ritorno nel loro
paese, fra questi più di 17.000 sono stati rimpatriati nelle province di
Uige, in Angola, e nello Zaire dalla Repubblica Democratica del Congo
(RDC) occidentale e sudorientale. L’ultimo convoglio proveniente dalla
RDC trasporta più di 1.000 persone ed è in procinto di raggiungere
l’Angola oggi.

Il programma di rimpatrio dalla RDC e da altri paesi, come Namibia (con
2.465 rimpatri quest’anno), Zambia (755 rimpatri), Botswana e
Repubblica del Congo, è stato intensificato nelle ultime settimane, ma è
stato ostacolato da alcuni problemi logistici, relativi ai finanziamenti
e dalle cattive condizioni climatiche che hanno danneggiato i ponti e
reso le strade difficili da percorrere.

Altri 26mila angolani hanno dato conferma delle loro intenzioni di
ritornare nel proprio paese dalla RDC. Sebbene i rimpatri organizzati si
chiuderanno il 30 giugno, l’Agenzia continuerà ad assitere chi vuole
ritornare. Nel frattempo l’UNHCR sta anche discutendo con i paesi
ospitanti alcune opzioni di integrazione a livello locale per le persone
che non desiderano fare ritorno in Angola. Nella RDC circa 51mila
persone hanno detto di non voler essere rimpatriate e sono pertanto
state invitate a registrarsi presso la Commissione Nazionale per i
Rifugiati del governo della RDC, con l’ultima scadenza fissata per
oggi. Il governo dello Zambia si è offerto di promuovere
l’integrazione di 10.000 rifugiati angolani con il sostegno
internazionale.

Nel frattempo l’UNHCR sta dando il suo sostegno a progetti che in
entrambi i paesi mirano a facilitare il reinserimento dei rimpatriati.
In Liberia hanno ricevuto degli aiuti in denaro per aiutarli a
raggiungere i loro paesi di origine e a ricostruire le loro vite. Alcune
persone hanno partecipato ad alcuni programmi di formazione
professionale sostenuti dall’UNHCR.

I rifugiati che hanno preoccupazioni per la loro protezione nel caso di
un possibile ritorno in Liberia o in Angola posso chiedere di essere
esentati dalla cessazione dello status di rifugiato. Se tale richiesta
verrà approvata dalle autorità dei paesi che li ospitano, essi
manterrano lo status di rifugiato.