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Unhcr – Oceano Indiano: tragedia del mare al largo dell’isola di Mayotte

L’episodio è l’ennesimo tragico esempio di quali pericoli siano disposte ad affrontare le persone che compiono azioni disperate per fuggire dalla povertà, dai conflitti e dalle persecuzioni. Anche il mare che circonda Mayotte, come il Mar Mediterraneo o il Golfo di Aden, è solcato dalle imbarcazioni di migranti e rifugiati, che si spostano irregolarmente alla ricerca di una vita migliore o di protezione dalla persecuzione e dalla guerra.

Secondo il Ministero francese per i Territori d’Oltremare, sono diciannove i superstiti tratti in salvo e portati all’ospedale della capitale di Mayotte, Maoudzou.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) plaude agli sforzi delle autorità coinvolte nelle operazioni di ricerca e salvataggio e dei membri di un vicino circolo di immersioni accorsi a salvare i superstiti.

Da decenni, i migranti utilizzano piccole imbarcazioni aperte note come ”kwassa-kwassa” per raggiungere il possedimento francese di Mayotte, ben più prospero dello Stato delle Comore. Molti di questi viaggi avvengono senza che i passeggeri abbiano la necessaria documentazione e sono fonte di notevoli rischi per chi li compie. Non vi sono dati su questi movimenti migratori irregolari. I richiedenti asilo costituiscono una piccola parte di questi flussi, ma i loro numeri sono andati aumentando negli ultimi due anni.

Nel 2011, le domande d’asilo presentate a Mayotte sono state circa 1200, con un incremento del 41 percento rispetto all’anno precedente. La maggior parte (90 percento) dei richiedenti asilo proveniva dalle Comore, mentre il restante 10 percento era costituito da cittadini della Repubblica Democratica del Congo, del Madagascar, del Rwanda e del Burundi. L’anno scorso circa 20mila persone, tra cui vi erano anche richiedenti asilo che avevano ricevuto un diniego alle loro domande di protezione, sono stati rimpatriati da Mayotte nelle Comore ed in Madagascar.

L’Agenzia ONU per i rifugiati fornisce assistenza alle autorità locali ed alla società civile in Francia, incluso nei suoi territori d’oltremare, impegnate nel far fronte alle sfide causate dai flussi misti di migranti irregolari e richiedenti asilo. L’UNHCR ricorda che i controlli di frontiera e le relative azioni messe in campo devono assicurare a coloro che cercano protezione dalla persecuzione e dai conflitti una identificazione rigorosa e l’accesso alle procedure di riconoscimento delle loro necessità di protezione.