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Unhcr – Siria: anche in Libano i rifugiati sorpassano quota 100.000

I recenti disordini in Libano hanno indotto l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a interrompere temporaneamente le proprie operazioni, tra cui la registrazione dei rifugiati nelle città di Tripoli, Akar, Beirut e Saida, nel sud del paese. In quest’ultima località dove 800 cittadini avevano già preso appuntamento con UNHCR – le attività sarebbero dovute cominciare ieri. L’Agenzia sta valutando le condizioni di sicurezza e auspica di riprendere le operazioni non appena la situazione lo consentirà.

La scorsa settimana oltre 5.500 siriani si sono registrati presso i centri UNHCR e si prevede che con il protrarsi dell’esilio e con il diminuire delle risorse – altri continueranno a chiedere assistenza. La maggior parte dei rifugiati siriani che si trovano in Libano, vive nel nord e nella valle della Bekaa. Quasi il 70% di loro proviene da Homs.

Molti dei rifugiati che si trovano in Libano faticano a far quadrare i conti e si lamentano dei prezzi elevati. Nel tentativo di contribuire ad alleggerire tale situazione, la scorsa settimana il governo libanese ha annunciato per i siriani l’esenzione dal pagamento per il rinnovo del permesso di soggiorno. La scorsa settimana inoltre 16mila rifugiati hanno ricevuto aiuti tra cui cibo, coperte, materassi, articoli per l’igiene e per i bambini da organizzazioni quali UNHCR, PAM/WFP, Danish Refugee Council, World Vision, UNFPA, UNICEF e Caritas.

In Turchia al 17 ottobre la popolazione di rifugiati registrati in 14 campi gestiti dal governo in 7 provincie del paese, era composta da 101.834 persone. Secondo le stime, poi, vi sarebbero 70mila persone che vivono fuori dai campi. In Giordania i siriani registrati come rifugiati o in attesa di registrazione sono 105.737, mentre in Iraq i rifugiati siriani sono 42.661, dei quali 34.446 nella regione del Kurdistan.

Allo scorso 20 ottobre inoltre l’UNHCR aveva riscontrato anche la presenza di 6.815 rifugiati siriani registrati nel Nord Africa, la maggior parte dei quali in Egitto. Secondo quanto affermato la scorsa settimana da funzionari egiziani, tuttavia, nel paese si troverebbero 150mila siriani, dei quali pochissimi sono registrati.

L’UNHCR ribadisce l’urgente necessità da parte della comunità internazionale di garantire sostegno ai programmi in favore dei rifugiati in questi paesi, che non dovrebbero sopportare da soli un tale onere. A quasi 4 settimane dal suo lancio, il Piano aggiornato di risposta regionale per la Siria la cui richiesta di fondi ammonta a 487,9 milioni di dollari USA è finanziato solo per circa un terzo. Nel frattempo le agenzie stanno lottando contro il tempo per far sì che centinaia di migliaia di rifugiati siano protetti dal freddo dei mesi invernali.

Il piano di preparazione per l’inverno in Turchia prevede la fornitura di aiuti aggiuntivi. L’UNHCR sta collaborando con la Mezzaluna Rossa Turca per garantire coperte, tendoni cerate e stufe elettriche.

La Turchia afferma che le proprie frontiere restano aperte per i richiedenti asilo siriani. Le autorità tuttavia riferiscono che oltre 10mila siriani sono ammassati sul lato siriano della frontiera, in corrispondenza delle provincie di Kilis e Hatay. Non è ancora chiaro se tutti hanno intenzione di attraversare il confine per entrare in Turchia. La Mezzaluna rossa turca fornisce assistenza alle persone che si trovano al confine, mentre secondo alcune fonti alcune organizzazioni non governative turche starebbero consegnando aiuti umanitari dal lato siriano.

All’interno della stessa Siria l’UNHCR a ieri ha distribuito già la metà dei 100mila kit di aiuti non alimentari da consegnare a 100mila famiglie siriane (500mila persone) entro la fine dellanno. La scorsa settimana poi, UNHCR Siria ha avviato un programma di assistenza in denaro per le persone sfollate nel governatorato di Hassakeh. Durante la settimana il team dell’Agenzia a Hassakeh rafforzato da operatori provenienti da Damasco ha fornito assistenza finanziaria a 5.230 famiglie (circa 26mila persone). Con questa assistenza una tantum, le famiglie potranno far fronte ad alcune necessità che non è possibile soddisfare attraverso gli aiuti non alimentari. Si tratta della seconda località in cui i siriani possono beneficiare del programma di assistenza in denaro, dopo l’esperienza-pilota di Al Nabek a sud di Homs dove 3.525 famiglie hanno ricevuto finanziamenti d’emergenza.

In vista di una possibile tregua durante la festività dell’Eid, l’UNHCR ha predisposto ad Aleppo 5mila kit d’emergenza per famiglie, e altri 5mila sono in arrivo. Se la tregua si concretizzerà, tali aiuti potranno essere consegnati a 10mila famiglie sfollate attraverso partner operativi in località nei dintorni di Aleppo e Idlib, che in precedenza non era stato possibile raggiungere.

Inoltre l’UNHCR sta inviando 1.000 articoli ricreativi che Syria Trust for Development un’organizzazione non governativa locale questa settimana distribuirà ai bambini che vivono in alloggi collettivi a Damasco e Aleppo.