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Unhcr – Somalia: cresce la tensione nella cittadina portuale di Chisimaio, migliaia in fuga

Dall’inizio di settembre ad oggi, oltre 10mila persone sono fuggite da Chisimaio per timore di una nuova ripresa dei combattimenti. I flussi di persone in fuga sono aumentati lunedì scorso e proseguono da allora. Circa 7.500 persone sono scappate dalla zona nel corso degli ultimi quattro giorni, mentre cresce la tensione.

La maggior parte degli sfollati interni somali che vi abitavano sta lasciando Chisimaio e le zone circostanti con dei minibus. Le famiglie più povere viaggiano su camion e furgoni e, in alcuni casi, utilizzano carretti trainati dagli asini.

Una gran parte delle persone in fuga si sta dirigendo verso altre zone del distretto di Chisimaio o verso i villaggi nei vicini distretti di Jilib e Jamame. Alcuni si stanno inoltre spostando verso Mogadiscio ed i campi profughi a Dadaab, in Kenya.

Stando a quanto riferito dalle organizzazioni partner che operano nella zona, la maggior parte delle persone in fuga da Chisimaio sostiene di voler tornare in città non appena la situazione si sarà stabilizzata. Vengono riferiti sporadici attacchi da parte delle milizie, nonché saccheggi. Gli sfollati temono inoltre di essere colpitidal fuoco incrociato e dalle possibili rappresaglie attuate da parte dei gruppi armati attivi nella cittadina.

In Etiopia, intanto, circa 200-300 somali continuano ad arrivare ogni settimana, provenienti per lo più dalle regioni di Gedo, Bakool e Bay. La maggior parte dei nuovi arrivati continua a riferire di essere fuggita dalla Somalia a causa delle fragili condizioni di sicurezza, dei combattimenti incessanti e del timore di essere reclutati con la forza.

La Somalia, martoriata da due decenni di conflitti e violenze, rimane una delle peggiori crisi umanitarie al mondo e genera il più alto numero di rifugiati, preceduta solo dall’Afghanistan e dall’Iraq.

Ad oggi, oltre un milione di somali vive nei paesi confinanti. Gli sfollati interni in Somalia sono invece un milione e trecentomila.