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Usa – Al via il muro anti-immigrazione al confine con il Messico

Continuano le manifestazioni per la regolarizzazione dei migranti e contro il Muro.

Contro i cittadini centro e sud americani che cercano di raggiungere gli Usa attraverso la frontiera messicana, in fuga da fame e miseria, provocate dalle stesse
politiche che da sempre fanno del sud del continente il backyard
statunitense.

Dopo gli oceanici cortei della scorsa primavera, il
movimento dei latinos che chiede la regolarizzazione per i 12
milioni di lavoratori irregolari e la naturalizzazione per quanti vivono
negli Usa, non si è fermato.
Organizzato a livello di rete comunitaria in
tutto il territorio americano, questo nuovo raggruppamento per i diritti
civili è tornato nelle strade di San Francisco i primi giorni di
settembre. Mentre durante l’estate, si è riunito a Washington Dc per un
laboratorio seminariale con lo scopo decidere come proseguire la campagna
contro la proposta di legge repubblicana, la Hr 4437.
In contemporanea attivisti statunitensi hanno attraversato il deserto dell’Arizona contro i
mille chilometri di muro, approvato definitivamente due settimane fa dal
Senato di Washington. Durante la carovana sono state raccolte le storie di
molti migranti messicani.
Ascolta il servizio

Negli stessi giorni in Arkansas hanno arrestato e deportato undici
messicani con l’accusa di aver falsificato il social security number
(l’equivalente del nostro codice fiscale – ndr) allontanandoli dalle loro
famiglie, rimaste nello stato. C’è poi il problema dell’accesso
all’educazione per i minori clandestini, con le scuole pubbliche divise
sulla possibilità di accoglierli o meno. In questo senso in California è
sorta una coalizione in difesa del diritto allo studio, sostenuta da
insegnanti e studenti delle scuole superiori. Si chiedono borse di studio
e permessi di soggiorno.
Intanto la legge sull’immigrazione è bloccata,
ma la vita dei migranti è diventata “come non mai pericolosa in America”,
scrive Rashida Tlaib, dell’Arab Community Center for Economic and Social
Services
(ACCESS) di Detroit. “Dopo l’11 settembre – precisa
l’avvocato – le autorità hanno detenuto e deportato immigrati regolari
anche per violazioni di minima entità, come compilare male, o omettere
informazioni, sui moduli per il rinnovo del permesso. Questo continuerà se
Washington non darà indicazioni precise e non metterà mano alla Title II
Section
del decreto sull’immigrazione: quando i nostri politici torneranno
a rispettare lo spirito d’accoglienza del paese invece di criminalizzare,
deportare e costringere all’invisibilità milioni di esseri umani?”.

A cura di Gloria Bertasi, Melting Pot

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democracynow.org
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