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Venezia – La Lega vieta il commercio itinerante

Intervista a Giuseppe Caccia, Assessore alle Politiche Sociali

La Regione Veneto con la Legge n.7 del 25 febbraio 2005, ha approvato alcune disposizioni in materia di commercio. In particolare, all’art.16 viene modificata la legge regionale del 6 aprile 2001, n. 10, con l’aggiunta del comma 4 bis: “É vietato il commercio su aree pubbliche in forma itinerante nei centri storici dei comuni con popolazione superiore ai cinquantamila abitanti”. Promotore della nuova normativa è Cavaliere Enrico, esponente della Lega.
Contro questa nuova legge sul commercio itinerante, il Comune di Venezia ha deciso di rivolgersi all’Avvocatura Civica per presentare un ricorso, in quanto il provvedimento regionale configura un eccesso di potere poiché spetta all’Amministrazione stabilire spazi e modalità del commercio ambulante.
Abbiamo intervistato l’Assessore alle politiche sociali Giuseppe Caccia, per avere un approfondimento sulla situazione.

Domanda: Nel Comune di Venezia era stato avviato un percorso che aveva autorizzato la vendita ambulante, concedendo regolari licenze. Ora la Regione ha deciso si scavalcare l’amministrazione veneziana mettendo di fatto fuori legge i venditori immigrati. Da tempo la questione dei venditori ambulanti viene strumentalmente utilizzata soprattutto dalle destre razziste come la Lega, che accusano i venditori di essere elemento disturbante del decoro del centro storico di Venezia. Qual è stata la discussione che ha portato all’approvazione di questo provvedimento?

Risposta: In questo caso è stato un blitz della Lega e, in particolare, di Cavaliere che, proprio durante le ultime sedute del Consiglio Regionale, prima del suo scioglimento, nel mezzo della discussione del bilancio sulla finanziaria regionale, ha fatto passare questo provvedimento che vieta il commercio itinerante anche a persone in possesso di una regolare licenza rilasciata dai Comuni nei centri storici delle città venete con popolazione superiore ai cinquantamila abitanti.
L’entrata in vigore di questa norma, che non a caso coincide con l’ultimo periodo della campagna elettorale per le regionali, ha immediatamente creato problemi pesantissimi per i venditori itineranti e continue tensioni anche sul terreno dell’ordine pubblico in centro storico: sono state fatte decine di multe, c’è una mobilitazione dell’associazione dei venditori itineranti senegalesi, che disobbediscono apertamente al provvedimento.
Soprattutto, questa norma regionale si inserisce e va a sovradeterminare in maniera autoritaria su un percorso che come amministrazione comunale avevamo avviato: la costruzione di un tavolo a cui partecipavano da una parte i diversi settori interessati del Comune (Commercio, polizia municipale, politiche sociali), dall’altra le associazioni rappresentative delle categorie del commercio e, quindi, commercianti itineranti, ma anche l’Ascom e i pubblici esercenti veneziani. Dopo un lavoro durato alcuni mesi, questo tavolo aveva prodotto una proposta organica che era ben accetta da tutti i differenti attori sociali che si erano confrontati, cioè quella di definire 63-64 punti vendita da due tre persone ciascuno, in modo che non fossero d’impatto sulla viabilità del centro storico, né si sovrapponessero ai luoghi di vendita dei negozi, quelli a cui dà più fastidio vedere davanti alle vetrine questo tipo di commercio.
Questa procedura, che stava diventando un vero e proprio regolamento comunale, è stata scavalcata e annullata dal provvedimento regionale; un provvedimento che secondo noi, secondo la Giunta comunale che governa la città, è del tutto illegittimo, nel senso che configura un vero e proprio eccesso di potere: la Regione viene a regolamentare una materia in cui può soltanto legiferare. La distinzione non secondaria o accademica, perché in questo modo passerebbe il principio per cui la regione veneto può decidere, per esempio, di aprire un ipermercato a Piazza San Marco scavalcando qualsiasi tipo di pronunciamento del Comune interessato e, quindi, del livello di governo o istituzionale più vicino ai cittadini che potrebbe e avrebbe il dovere di regolamentare, invece, questa materia.

D: Al termine di un incontro in municipio con una delegazione di immigrati senegalesi, a cui ha partecipato anche l’assessore al commercio, è stata annunciata la decisione di presentare ricorso contro la legge sul commercio…

R: Ieri in Giunta abbiamo deciso di dare mandato all’avvocatura civica di studiare tutte le forme e le strade possibili per bloccare questo provvedimento legislativo, che la dice lunga su quale sia l’idea di federalismo e di rapporto tra autonomie locali , che ha la Regione Veneto.
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