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Venezia – Presentato il Dossier statistico 2007 della Caritas

I dati dell' immigrazione nel Veneto

Al Centro Culturale Candiani di Mestre (Ve) si è svolta ieri la presentazione del XVII Dossier Immigrazione 2007 curato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.
I responsabili e i relatori hanno presentato, sulla base dei nuovi dati, l’andamento della crescita popolazione immigrata in Italia con particolare riferimento alle province venete ed al Comune di Venezia.

Monsignor Dino Pistolato, responsabile della Caritas di Venezia, ha aperto la giornata precisando che “l’immigrazione non è più un’emergenza, che i flussi migratori sono un fenomeno strutturale del nostro tempo, nelle città venete e italiane”. E dunque, di fronte al senso di instabilità, insicurezza, invasione e minaccia, con cui spesso vengono intese le migrazioni, dobbiamo adottare delle strategie per abbattere questi elementi percettivi ed eliminare la pvisione problematica del “mondo straniero”.

La Regione Veneto, sostiene Bruno Baratto, redattore del Dossier, è la terza regione dopo la Lombardia ed il Lazio per presenza di immigrati; si parla di 350 mila residenti, esclusi i domiciliati, di cui il 46% donne e 25% minori concentrati soprattutto nelle province di Treviso, Vicenza e Verona.
La distinzione per sesso, quasi equivalente e unita all’incremento di alcune fasce di età (minori di sei anni), rende nota la presenza di famiglie radicate sul territorio. Il Veneto, con più di 8 mila nuovi nati, è la seconda regione in Italia; un neonato su cinque ha un genitore straniero, in sei anni Venezia ha più che quadruplicato il numero di nascite di figli stranieri.
Sfidando l’idea di una transitorietà del fenomeno dell’immigrazione, una tale presenza rimanda alla necessità di implementare politiche sociali non più legate all’emergenza ma ad un’idea di stanzialità a lungo termine.

Anche gli alunni con cittadinanza straniera in Veneto sono aumentati, soprattutto nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, una crescita del 14% rispetto all’anno precedente con punte vicino al 20% per Venezia e Padova.
In questo contesto il tema dell’integrazione scolastica rimanda alla questione del rapporto con le famiglie straniere: nessun progetto interculturale può arrivare a compimento se prescinde da un lavoro effettuato con le famiglie, tenendo conto dei ruoli genitoriali e delle competenze educative.
Rimanendo in Veneto, i motivi di soggiorno sono prima di tutto per lavoro ( 220 mila) seguiti dalla famiglia (160 mila) e per studio ( 10 mila), con un rilascio maggiore dei permessi di soggiorno per lavoro a Venezia e Padova. In Veneto vi è infatti una forte incidenza di lavoratori immigrati rispetto alla media nazionale impiegati soprattutto nei settori dell’industria, servizi e costruzioni; le provenienze nazionali riguardano soprattutto Romania, Marocco, Albania, Serbia-Montenegro e Cina.

In Italia, più del 50% degli immigrati vivono qui da cinque anni, il 26% da dieci; i motivi sono principalmente lavorativi. Si denota una etnicizzazione del mercato del lavoro, ossia l’impiego in occupazioni poco qualificate pur possedendo un livello medio di istruzione. Ogni anno vengono spediti circa 5 miliardi di rimesse ai paesi d’origine, con l’utilizzo anche di canali informali e non necessariamente legali dovuto alle alte spese di invio di denaro all’estero.
I dati del lavoro, sia dipendente che autonomo, dimostrano che la presenza dei lavoratori immigrati continua ad essere di fondamentale importanza per l’andamento dell’economia nazionale e l’ambito lavorativo dovrebbe rappresentare terreno privilegiato di integrazione reciproca.

Il Comune di Venezia ha poi fornito alcuni dati riguardanti in particolar modo:
minori stranieri non accompagnati.
Una particolare migrazione in aumento legata a paesi d’origine in cui la situazione è catastrofica: Afghanistan, Kosovo, Albania. Ultimamente, facendo riferimento ai progetti di accoglienza e “accompagnamento educativo” del Servizio Immigrazione del Comune di Venezia, sono in aumento gli arrivi dall’Iraq e dalla zona Turco-Curda della Turchia.
Rifugiati, richiedenti asilo e umanitari (provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, scappati da guerre e dittature).
I dati sono stati emessi in riferimento ai singoli e alle famiglie che si rivolgono agli sportelli per Rifugiati e al “Progetto Fontego” che fornisce una specifica accoglienza in rete con analoghi progetti integrati nel Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) e presenti in tutte le regioni italiane.

Melting Pot Europa – Redazione Venezia