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Ventimiglia – Neve e gelo sui migranti mentre le istituzioni stanno a guardare

La denuncia del Progetto 20k: "invece di tutelare i soggetti più vulnerabili continuano le deportazioni forzate verso il sud Italia"

Da ormai quasi tre giorni la situazione a Ventimiglia è parecchio critica per i più di 150 migranti senzatetto che si trovano sotto il ponte stradale.

Attivisti e attiviste del Progetto 20k fanno sapere con una nota di aver “chiesto ufficialmente al comune di attivarsi per sopperire alla mancanza di uno spazio dove queste persone possano ripararsi dal freddo e dal gelo, almeno finché non finirà l’emergenza maltempo. Fra queste persone sono presenti molti soggetti vulnerabili, soprattutto infanti, minori e persone con vari problemi di salute“.

Il Progetto 20k è attivo nel territorio di confine da quasi due anni, svolgendo attività di supporto concreto, monitoraggio e denuncia politica e collaborando con l’info-legal point Eufemia.

Dopo che la notizia delle condizioni durissime dei migranti accampati sul greto del fiume Roja è uscita su svariate testate giornalistiche, tante persone si stanno attivando da Imperia e da tutta la regione ligure, ma anche dalla Francia: è però tuttora assente un intervento organizzato del Comune di Ventimiglia.

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La denuncia del Progetto 20k: nuove deportazioni forzate verso il sud Italia

“Con gli attori locali stiamo cercando di gestire questa situazione vergognosa”, afferma la nota che prosegue chiarendo chi è attivo nel territorio di frontiera.
“I solidali e gli attivisti, anche transfrontalieri, stanno cercando di sopperire autonomamente a queste carenze, distribuendo cibo, bevande calde, legna per i fuochi, vestiti e coperte. Le ONG locali si stanno muovendo per convincere le donne con o senza bambini e minori ad andare al campo della Croce Rossa o per aiutarci ad assicurare la distribuzione di cibo serale che, a causa del maltempo, si è dovuta interrompere. Anche la Croce Rossa di Monaco si è attivata con alcune navette per trasportare i migranti al campo, che è distante e la strada per raggiungerlo pericolosa, ma queste funzionano solo per parte della giornata, in maniera poco costante.
La sospensione delle identificazioni al campo CRI è stata disposta solo per donne e minori, ma non per gli uomini. Questo fatto genera quindi diffidenza perché lasciare le impronte digitali significa essere esposti maggiormente al rischio di deportazioni, rimpatri o di un ennesimo trasferimento in un centro chissà dove in Italia, così in molti preferiscono rifugiarsi in altri posti e/o piuttosto restare al freddo.

La chiesa delle Gianchette è rimasta aperta per qualche ore e il parroco ci ha concesso uno spazio da utilizzare come magazzino temporaneo per le coperte che tanti solidali ci stanno inviando. Abbiamo ancora bisogno di trovare altri spazi per la legna che raccogliamo, dato che è l’unica fonte di riscaldamento per le persone sotto il ponte. Ci auspichiamo che la solidarietà tra le varie realtà locali possa portare a gestire con più facilità questa situazione di assoluto disagio, perché purtroppo il peggio non è ancora arrivato: nei prossimi giorni è prevista neve, pioggia e un calo drastico delle temperature.

Ieri sera la sala d’attesa della stazione avrebbe dovuto essere aperta, ma in realtà è rimasta chiusa. In tanti durante il giorno si riparano lì dal gelo e dalla neve che continua a cadere fitta, ma stamattina ci è giunta notizia della presenza sia di camionette con agenti in borghese che caricavano i migranti sulle camionette sia di pullman che, come di prassi, li deportavano forzatamente verso il sud Italia“.

Progetto 20k conclude ritenendo “vergognoso e inaccettabile l’accanimento di queste ore nei confronti dei soggetti più vulnerabili presenti sul territorio ventimigliese. L’alta probabilità di essere intercettati dalla polizia potrebbe avere, infatti, l’effetto di incentivare i migranti a restare per strada o sotto il ponte, a costo di rimetterci la pelle. È in situazioni come questa che le istituzioni dovrebbero attivarsi per proteggere la vita di queste persone, piuttosto che dileguarsi senza risposte e facilitare l’azione poliziesca di repressione nei confronti dei transitanti“.

Leggi il rapporto “Fuori campo” di Medici Senza Frontiere