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Ventimiglia, revocato il divieto di distribuire cibo ai migranti

Pietro Barabino, La Repubblica (Genova) - 23 aprile 2017

L’ordinanza che vieta la distribuzione del cibo in strada ai migranti a Ventimiglia è stata revocata. L’atto ufficiale è stato pubblicato nel pomeriggio di ieri sull’Albo Pretorio del Comune, e arriva proprio all’indomani dell’annuncio, da parte di una vasta parte della società civile, di una manifestazione contro l’ordinanza di fronte alla Stazione ferroviaria di confine.

«Dar da mangiare a chi ha fame è, da sempre, il gesto fondamentale della solidarietà. È ciò che fonda una comunità di uguali. Punire la solidarietà o impedirne l’esercizio, qualunque ne sia la ragione, mette in pericolo i principi e i valori minimi di umanità e di civiltà» iniziava così l’appello sottoscritto da diverse personalità della società civile tra i quali don Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, Livio Pepino, Marco Revelli, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Gad Lerner, Luigi Manconi, Lidia Menapace, Cédric Herrou e associazioni come Roya Citoyenne, Libera, Comunità San Benedetto al Porto, Magistratura democratica, Coalizione italiana libertà e diritti e Antigone, A buon diritto, Giuristi democratici, Caritas Migranti e tanti altri. «Ci preoccupa e ci indigna l’avvenuta incriminazione a Ventimiglia, di alcuni volontari francesi, denunciati per avere distribuito cibo a migranti – continuava l’appello dei firmatari – in un preoccupante contesto in cui si moltiplicano ordinanze e divieti analoghi, che trovano la loro “legittimazione”, da ultimo, nel cosiddetto decreto Minniti, in cui, evocando la tutela di un non meglio precisato “decoro urbano”, si attribuiscono ai sindaci enormi poteri sulla libertà delle persone più vulnerabili. E ciò mentre, sul confine, italo-francese crescono i processi contro chi sostiene e appoggia la libertà di circolazione dei migranti, processi che vedono in questi giorni imputati Francesca Peirotti a Nizza e Felix Croft a Imperia».

Si univano così alle critiche che per primi avevano sollevato i ragazzi del movimento no borders, ma che solo a marzo, allo scattare delle prime multe, aveva suscitato la condanna di Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Antigone e addirittura del Siap, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia. L’appello si concludeva lanciando una campagna «per la solidarietà, contro l’esclusione e l’intolleranza» che dovrebbe cominciare proprio a Ventimiglia, domenica 30 aprile, alle ore 12, davanti alla Stazione, insieme agli attivisti francesi, con l’esplicito intento di «Sollecitare la revoca dell’ordinanza sindacale dell’11 agosto 2016, chiedere un’inversione della linea politica sottostante ai decreti legge degli ultimi mesi in tema di immigrazione e sicurezza, e contribuire a costruire una mobilitazione diffusa e una rete di sostegno all’accoglienza in tutte le sue manifestazioni».

Nessuna nota ufficiale, per ora, dal Comune di Ventimiglia e dal sindaco Enrico Ioculano, che ha firmato la revoca, in quanto come si legge agli atti: «Ritenuto che si sia verificato un mutamento della situazione tale da rendere necessaria e contingibile la revisione della medesima, considerato infatti che ad oggi il “Campo Roja” gestito dalla Croce Rossa Italiana non è in grado di offrire i pasti a quanti non sono già ospitati dalla struttura medesima, rilevato che sul territorio risultano presenti persone prive di tutela e di sostegno alimentare (…) fermo restando l’invito a tutti gli interessati a transitare attraverso i canali della Croce Rossa Italiana e/o della Caritas, appare doveroso rimuovere i divieti che impediscono la somministrazione volontaria da parte di singoli o associazioni operanti sul territorio».

Via libera alla solidarietà diretta dunque, non sussiste più, a Ventimiglia, alcun il «divieto di distribuzione e somministrazione di alimenti e bevande ai migranti» che tanto ha fatto discutere in questi mesi. Da vedere ora come si comporterà, in sede giudiziaria, chi è chiamato a giudicare le persone multate in questi mesi o addirittura, come nel caso di alcuni no borders, colpiti da fogli di via per aver «organizzato manifestazioni di protesta e istigato a disobbedire all’ordinanza sindacale», esattamente quello che si apprestavano a fare don Ciotti e gli altri aderenti all’iniziativa del 30 aprile di fronte alla stazione di Ventimiglia, che è stata convocata proprio «contro la criminalizzazione della solidarietà».

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