Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Verona – I diritti non dipendono da una lotteria!

Coordinamento migranti, Sportello legale dei migranti, Mobilit/azione e Csoa La Chimica - Verona

Dopo i presidi dell’8 novembre e del 6 dicembre 2003 e le lotte per il rilascio dei più di 400 permessi di soggiorno bloccati dalla questura per i lavoratori migranti truffati dai propri datori di lavoro, siamo tornati in piazza per difendere i nostri diritti di lavoratori, precari, invisibili, dalle logiche di pura predazione e spartizione con cui imprenditori e Direzione provinciale del lavoro intendevano gestire le quote per il rilascio dei permessi di soggiorno per lavoro. Una lotta vinta, produce altre lotte.

Le quote prevedono poco più di 400 ingressi sul territorio veronese a fronte di migliaia di domande presentate da stranieri che già lavorano, abitano e mandano i loro figli a scuola nella nostra città. Per questo, sin dalla notte precedente all’apertura degli sportelli della Direzione provinciale del lavoro, centinaia di migranti affollavano i marciapiedi e le strade ad esso adiacenti. Il criterio scelto per selezionare le domande “il diritto di precedenza nella presentazione” ha fatto sì che intere famiglie passassero la notte al freddo. Mentre sindaco ed «esperti» di immigrazione ritenevano – senza vergogna – che la soluzione potesse essere una lotteria.

Ci siamo mobilitati per contestare gli effetti perversi della legge Bossi-Fini e per impedire che prevalessero le logiche spartitorie, le mafiette, gli accordi sottobanco per far passare liste preferenziali preparate alle spalle dei lavoratori.

Occorre ricordare che centrale, in questo passaggio, non è il numero di permessi che potranno essere rilasciati, ma il numero amplissimo di coloro che, non potendo essere regolarizzati, continueranno ad essere irregimentati ai codici del lavoro nero e dell’invisibilità. La legge Bossi-Fini è uno strumento per la produzione di clandestinità. Suo scopo non è il controllo dell’immigrazione, ma lo smantellamento dei diritti del lavoro. Essa serve a controllare e integrare una parte minima della forza lavoro migrante, lasciando la quota eccedente di lavoro vivo nella terra di nessuno dell’irregolarità e dello sfruttamento.

La pressione dei migranti e dei militanti antirazzisti ha costretto la Direzione provinciale del lavoro a rivoluzionare i criteri per la presentazione delle domande. I diritti di cittadinanza non dipendono né da lotterie, né dagli accordi che qualcuno crede dipoter discrezionalmente chiudere sulla pelle dei lavoratori.

Tutte le domande verranno indistintamente accettate senza che vengano stabilite precedenze. E’ questa la nostra prima vittoria. Ma continueremo a lottare perché tutti gli strumenti regolamentari e amministrativi possibili vengano mobilitati per forzare le quote e riaprirle ad un maggior numero di domande.

Sabato alle ore 14 di fronte agli uffici della Direzione provinciale del lavoro si terrà un’assemblea in cui saranno i migranti a scegliere come portare avanti la trattativa, a stabilire i criteri per accedere alle quote, ad eleggere i rappresentanti del lavoro invisibile e precario che siederanno al tavolo di confronto con datori di lavoro, sindacati ed istituzioni.

Nel frattempo, continueremo a vigilare perché non vi siano passi indietro e perché la polizia, massicciamente presente stamattina, continui a comportarsi correttamente con i nostri fratelli e le nostre sorelle.