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Visto turistico – Cosa fare quando la polizza fideiussoria è ancora valida ma utile per un solo visto?

Innanzitutto complimenti per essere riuscito ad ottenere tutti questi visti turistici per la propria partner russa. E’ noto che questa tipologia di visto viene spesso negata se il richiedente non riesce a dimostrare di avere redditi di livello europeo, cosa ovviamente quasi impossibile per tutti i cittadini dei paesi dell’est Europa. Annoto che questa situazione viene raramente segnalata dai nostri consolati ai richiedenti il visto turistico. Se l’invitante è un cittadino italiano ed il richiedente il visto un suo partner, la delusione per entrambi a seguito di un possibile rigetto della domanda è incommensurabile ed i soldi persi in documenti, viaggi e quant’altro sono molto elevati.

Veniamo alla fidejussione.
Questa è una garanzia assicurativa o bancaria sulle disponibilità economiche del richiedente il visto sia per il sostentamento in Italia che per le spese di un possibile rimpatrio. Per questo ultimo motivo la polizza ha una durata ampia. Lo straniero potrebbe trattenersi a lungo e se, in seguito ad un accertamento, dovesse venir rimpatriato, la compagnia che ha effettuato la fidejussione risponde delle spese relative. Se la compagnia non ritiene di dover stipulare un’altra polizza con la stessa persona prima della scadenza dei 14 mesi, non si può certo obbligarla. Vi sono tuttavia diverse soluzioni alternative:
– la stipula di un contratto di fidejussione con un’altra compagnia di assicurazione, ma bisogna controllare se sul modulo da firmare non sia indicato un possibile riferimento ad altre fidejussioni precedentemente stipulate per la stessa persona;
– la stipula di un contratto di fidejussione con la propria banca, ma in questo caso le banche richiedono il blocco sul c/c dell’importo corrispondente … per 14 mesi, pur senza arrecare sensibili risparmi sul costo dell’operazione;
– la predisposizione di travellers-cheques o assegni di viaggio per tutto il periodo di soggiorno previsto secondo una tabella che tutti i consolati hanno (si consulti il sito web del consolato italiano in Russia) e che per 3 mesi si aggira intorno ai 5.000 euro;
– la produzione di una carta di credito con relativo contratto e estratti conto degli ultimi sei mesi;
– la produzione di denaro contante.

In questi ultimi tre casi sarà sicuramente chiesta anche l’esibizione del biglietto aereo di ritorno già acquistato e non solo prenotato. Come si può vedere la situazione non è affatto semplice ed economica e l’unica soluzione più vantaggiosa è sicuramente la prima, ove possibile.

Per quanto attiene al visto per matrimonio … esso non è previsto dalla legislazione italiana. Si cerca di ovviare a questa carenza normativa, allegando talvolta alla richiesta di visto turistico un certificato di avvenute pubblicazioni di matrimonio. Effettuare le pubblicazioni di matrimonio in Italia, con il partner all’estero è cosa però quanto mai dispendiosa in tempo e denaro, in taluni casi anche impossibile, e il rilascio del visto, poi, non è neanche garantito. Il visto per turismo, infatti, è assolutamente discrezionale e può essere negato anche in presenza di tutte le possibili condizioni e garanzie. Pur essendo un caso isolato, si ha notizia di un visto turistico rifiutato anche in presenza del certificato di avvenute pubblicazioni di matrimonio. A causa dell’assenza della tipologia di visto per matrimonio, consiglio sempre un ricorso contro l’Italia alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (non è necessario il legale, il tutto avviene per posta, non ha spese e può assegnare congrui risarcimenti) nei casi in cui si sia celebrato il matrimonio all’estero, ma anche in Italia facendo arrivare il proprio partner con un visto turistico, date le maggiori spese e difficoltà che il fatto comporta, come si vede in questo caso.
Per effettuare le pubblicazioni di matrimonio in Italia, occorre il Nulla-Osta del consolato russo che chiederà sicuramente la produzione di alcuni documenti (è opportuno contattarlo per tempo), tra i quali un certificato di stato libero. E’ opportuno predisporre tutto quanto occorre fin quando la partner è in loco, per evitare di doversi far aiutare da agenzie o conoscenti (a cui si dovrà fornire apposita delega) e spendere inutilmente altro denaro.
In particolare segnalo l’opportunità di predisporre comunque almeno due certificati di nascita legalizzati, tradotti con traduzione legalizzata, e ulteriormente legalizzati dal consolato italiano in Russia. Uno servirà per la successiva domanda di cittadinanza italiana, ma ultimamente l’altro viene richiesto da alcuni comuni per la preliminare iscrizione di residenza al solo fine di ricavarne … la paternità e maternità (secondo una discutibile circolare dell’Istat riguardante la modulistica).
Sconsiglio la predisposizione del certificato penale russo da allegare alla domanda di cittadinanza (se non richiesto dal consolato russo per il Nulla-Osta al matrimonio) in quanto, avendo una validità di 6 mesi, sarà poi scaduto quando servirà. E’ opportuno invece predisporre in Russia e fin da ora una delega, se necessaria, ad una persona che a tempo debito andrà a richiedere detto certificato.

Amedeo Intonti

Autore del libro Manuale di sopravvivenza burocratica per italiani con partner straniero