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Vite sospese. Relazione fra operatori e richiedenti asilo

Studio etnografico sul Centro d’Accoglienza Straordinaria di Trapani

Foto: siciliamigranti.blogspot.it

Riceviamo e pubblichiamo un interessante studio condotto da Maria Concetta Barraco, laureata in Relazioni Internazionali e Diritti Umani.
Come tesi di laurea magistrale ha realizzato questa ricerca etnografica all’interno del CAS “Residence Marino” di Trapani. La ricerca è stata svolta tra il dicembre 2015 ed il gennaio 2016.

Abstract

Questo lavoro nasce dalla voglia di investigare le pratiche di vita e la relazione che intercorre tra operatori e richiedenti protezione internazionale all’interno di un Centro d’Accoglienza Straordinaria. Per effettuare questa ricerca etnografica ho scelto come campo di indagine Trapani, in Sicilia, città che oltre a rappresentare uno dei territori italiani più interessato dagli sbarchi di migranti forzati rappresenta anche la mia città natale.

Lo studio etnografico ha fatto emergere come i richiedenti asilo vengano trattati come vittime, visti esclusivamente come bisognosi di aiuto e compassione e in quanto tali si ritiene sufficiente garantire loro dei servizi di prima necessità come vitto e alloggio, spersonalizzando al massimo le loro identità.

All’interno di questo paper verrà dunque analizzata la relazione tra ospiti ed operatori del CAS tramite la riflessione sull’utilizzo della labelling dell’emergenza, della vittimizzazione e dell’infantilizzazione.

Vite sospese. Relazione fra operatori e richiedenti asilo. Studio etnografico sul Centro d’Accoglienza Straordinaria di Trapani

1. Il campo d’indagine: Centro d’Accoglienza Straordinaria “Residence Marino”

Il Centro d’Accoglienza Straordinaria “Residence Marino” viene istituito il 31 marzo 2014. Questa struttura, situata nella zona del porto industriale di Ronciglio a Trapani, ha una lunga storia d’accoglienza in quanto ha ospitato negli anni soggetti molto diversi fra loro. Negli anni ’90 infatti, era denominata “Ospizio Marino Sieri Pepoli” e dava accoglienza ai minori autoctoni disagiati.

Successivamente è stata trasformata in casa di cura per anziani, per poi divenire – dalla sera alla mattina – CAS poiché, secondo le dichiarazioni rilasciate al tempo dal Direttore dell’Azienda Pubblica Servizi alla Persona (ASP) di Trapani, Antonio Sparaco, «non è più possibile fare assistenza agli anziani perché è antieconomico. Più vantaggioso, invece, accogliere gli immigrati 1». Di fatto, cambiando i destinatari dell’accoglienza cambiò anche l’Ente finanziatore, che passa dall’essere la Regione Sicilia ad essere il Ministero degli Interni. Infatti, a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei Centri d’accoglienza, l’Ente gestore del “Residence Marino” non è una cooperativa, ma un IPAB, «Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza, dotata di autonomia statutaria, regolamentare e finanziaria, regolata dalle Leggi dello Stato, della Regione Sicilia e dal presente Statuto» (Art.1 Statuto “Residence Marino – Servizi alla persona”, aggiornato al 21/05/2014).

Inizialmente, quando fu inaugurata l’1 aprile 2014, la struttura ospitava sia adulti richiedenti protezione internazionale che minori stranieri non accompagnati (l’accoglienza di questi ultimi era gestita dalla cooperativa “Dimensione Uomo 2000”), accolti rispettivamente al primo ed al secondo piano. Dal 2015, però, la struttura è stata affidata alla gestione esclusiva dell’Ipab ed è dunque destinata all’accoglienza di soli uomini 2 adulti richiedenti asilo. Questi continui cambiamenti tanto della gestione, quanto dei soggetti destinatari dell’accoglienza, hanno provocato diverse conseguenze nella relazione che intercorre tra gli operatori e gli ospiti del Centro. I primi, infatti, da sempre abituati a relazionarsi con gli anziani, hanno praticamente mantenuto invariato il loro modo di comportarsi con gli ospiti della struttura, quindi un comportamento prettamente assistenzialistico, dimenticandosi che i due soggetti hanno esigenze e provengono da realtà totalmente distinte e richiedono azioni differenti:

Lavoravo qui già da prima quando c’erano gli anziani. Mi occupavo dei bisogni degli anziani e poi ho trasportato il tutto sugli extracomunitari.
(PER 006)

I grandi ammanchi finanziari – la Prefettura aveva effettuato l’ultimo pagamento alla struttura nel luglio 2014, obbligando l’IPAB gestore del “Residence Marino” a chiedere continui prestiti alle banche – e la situazione di degrado in cui versava il Centro ha infine portato la Questura ad ordinarne la chiusura in data 1 marzo 2016. Ciò ha comportato il licenziamento dell’intero personale e lo smistamento degli ospiti del CAS nei diversi Centri presenti sul territorio del comune di Trapani.

  1. http://trapani.gds.it/2014/03/22/trapani-via-gli-anziani-dal-residence-marinola-struttura-ospitera-i-migranti-330924_158587/
  2. In situazioni straordinarie, come nel giugno del 2014, la struttura ha eccezionalmente ospitato due donne per un periodo limitato di alcuni giorni.