Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da La Tribuna di Treviso del 27 aprile 2007

Voto agli immigrati, il Carroccio trema

Alessandro Zago

Comunali 2008, almeno 3.500 voti potenziali: un «partito» che vale il 5%
Gentilini allarmato «Sarà uno tsunami per la nostra terra»

Alle amministrative 2008 di Treviso il voto degli immigrati potrebbe fare la differenza, regalando la vittoria al centrosinistra. Al ballottaggio 2003 la Lega vinse con 24.249 voti, pari al 56,1%. L’Ulivo si fermò al 43,9%, ossia 18.972 voti. Circa 5mila voti di differenza. Oggi però la Lega è in calo. E gli extracomunitari che potrebbero andare alle urne tra un anno oscillano dai 3.500 ai 5mila.
Il disegno di legge Amato-Ferrero sull’immigrazione concede il voto alle elezioni amministrative agli immigrati con residenza in Italia da almeno 5 anni, ossia con in tasca un permesso di soggiorno di lungo periodo. Si tratta di un milione e mezzo di nuovi elettori destinati a creare partiti propri, lanciare candidati propri, ma soprattutto diventare l’ago della bilancia in caso di ballottaggio tra i partiti di casa nostra. E a Treviso?
Parlano da soli i dati dell’anagrafe comunale, aggiornati al 31 dicembre 2006: gli immigrati maggiorenni con residenza a Treviso sono 5.363. Di questi, 2.438 hanno ottenuto la residenza in città da più di 5 anni. Un altro migliaio ha preso la residenza in Italia più di 5 anni fa ma è arrivato a Treviso solo negli ultimi mesi e quindi ha appena cambiato, o sta cambiando, residenza. Tirate le somme, 3.500 immigrati (ma c’è chi parla addirittura di 5mila) se il disegno di legge dovesse passare così com’è, tra un anno potrebbero far tremare le urne. Soprattutto la Lega oggi al timone di Ca’ Sugana, che storicamente vede gli immigrati come fumo negli occhi, che troppo spesso mischia in un unico calderone immigrati regolari e delinquenti. Basta pensare a Gentilini: per lui gli immigrati o sono curiosità esotiche stile «Negro Zumbon» oppure feccia.
E infatti ieri Gentilini ha tuonato: «Con la possibilità del voto agli immigrati si innesca il meccanismo dello tsunami dell’occupazione multietnica del territorio italiano. Sono nettamente contrario al voto dato agli extracomunitari, a meno che non siano cittadini italiani. Siamo di fronte a una follia delle leggi comunitarie che si basano su tecnocrati e non sulla realtà dei singoli popoli che fanno parte della comunità europea».
Che succederebbe se questi signori dovessere andare in massa a votare nel 2008? Soprattutto se la Lega, in calo di consensi, non dovesse riuscire a fare la Casa delle Libertà, ossia il patto-salvagente con il Polo? E se il centrosinistra, mettendo da parte per una volta invidie e gelosie, dovesse fare fronte compatto per il Partito Democratico e liste di appoggio aperte alle istanze degli immigrati? Che quei 5 mila e rotti voti che nel 2003 hanno fatto vincere la Lega potrebbero calare, il margine assottigliarsi e quel gap essere tamponato proprio dal voto immigrato, che difficilmente voterebbe a destra.
Per il Carroccio sarebbe la fine. «Non ci fanno paura – dice il capogruppo della Lega a palazzo dei Trecento Mauro Michielon – A parte il fatto che questo disegno di legge avrà grosse difficoltà ad andare in porto, a noi interessano i problemi dei nostri poveri, giovani e anziani. I partiti che vorranno aprire a questo elettorato dovranno mettere nero su bianco le promesse. E poi risponderne davanti alla città. A noi non interessa: non possiamo essere ricattati da 3.500 persone».
L’associazione Comuni, intanto, plaude alla novità.