Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

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Dopo 19 giorni finalmente a terra le 49 persone in ostaggio nel Mar Mediterraneo

Foto tratta da Sea-Watch

Si è concluso dopo più di due settimane il vergognoso e criminogeno braccio di ferro tra i paesi dell’Unione europea sulla pelle di 49 uomini, donne e bambini.
In prima fila, come suo solito, il ministro dell’Interno italiano che tra un panettone e un piatto di lenticchie ha continuato la sua becera propaganda elettorale verso le elezioni europee di maggio e che imperterrito, anche oggi, si erge difensore dei confini nazionali prendendosela con gli ultimi.
E’ solo grazie al prezioso lavoro e al senso di responsabilità delle ong Sea-Watch sea-eye, al supporto di Mediterranea Saving Humans e alla pressione nelle piazze della società civile che in questi giorni si è mobilitata, se la situazione non è degenerata e si è finalmente sbloccata.

Ribadiamo che la Libia non può essere considerato un “porto sicuro“, ma soprattutto ribadiamo che vanno aperti immediatamente canali legali e sicuri di evacuazione dei migranti presenti in Libia non verso i loro paesi di origine o il Niger, ma verso i paesi dell’Unione europea.

Solo se saranno riviste radicalmente le politiche europee e nazionali di controllo delle migrazioni, si ridurranno drasticamente le partenze con i barconi dalla Libia e il potere di milizie e trafficanti.

Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

Art. 13 e 14 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani