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#dirittodiscelta – Raggiunte le 7.000 firme! Ora l’obiettivo è 8.000

Ancora nessuna comunicazione dal Ministero. Continua la raccolta firme per il permesso umanitario ai richiedenti asilo. Intanto dalla Libia arrivano notize di abusi e torture

Raggiunto in pochi giorni l’obiettivo delle 7.000 firme raccolte non ci rimane che rilanciare una nuova sfida quella per il raggiungimento delle 8.000 firme.
Da Falconara a Venezia, da Bologna ad Ivrea, da Biella a Mantova, da Vicenza a Benevento si moltiplicano gli eventi in programma ed i momenti di raccolta delle sottoscrizioni oltre alle centinaia di firme che continuamente arrivano direttamente alla pagina web del sito www.meltingpot.org.

Il Ministero deve ancora comunicare la data dell’incontro chiesto la scorsa settimana a Napoli con una lettera consegnata direttamente nelle mani del capo del Viminale Anna Maria Cancellieri.

Alle centinaia di sottoscrizioni di cittadini, operatori, attivisti, volontari, si sono aggiunte in queste ore quelle di Michele Salvemini, in arte Caparezza, che ha voluto anche esprimere il suo pensiero sul tema con un breve video raccolto dalle telecamere di Sherwood TV pochi minuti prima del concerto dell’eretico tour al Centro Sociale Rivolta di Marghera (VE) e quella del Sindaco di Chiusi, che fa salire quindi a 60 il numero degli esponenti di amministrazioni locali che hanno sottoscritto l’appello.

D’altra parte non si vedono altre soluzioni in vista a meno che non si voglia affidare il destino di circa venticinquemila migranti alle altalenanti e disomogenee decisioni delle commissioni per il riconoscimento territoriale che in pochissimicasi stanno tenendo conto della particolarità della siituazione a prescindere dalle vicende soggettive degli intervistati.

In Italia in molti saranno costretti a presentare un oneroso ricorso che solo in pochi casi viene sostenuto dagli enti gestori che invece, quasi sempre, si affidano al lavoro volontario di attivisti e legali.
Per chi non si opporrà alla decisione della commissione invece il destino sono l’irregolarità, lo sfruttamento e la reclusione nei CIE

Dalla Libia invece arrivano le prime notize sulle condizioni dei detenuti, in larga parte provenienti dai paesi dell’Africa Sub-sahariana, incarcerati perché accusati di aver servito il regime di Gheddafi. Le torture e le violenze non sono una novità per la Libia paese a cui fino a poco tempo fa, grazie agli accordi con il dittatore, era l’Italia a consegnare i migranti affinché venissero reclusi. E non è una violenza neppure la persecuzione ai danni dei “blacks”, motivo per cui in molti, durante il conflitto libico, si sono visti costretti a partire verso le nostre coste. In Libia vivevano, lavoravano, alcuni di loro avevano anche messo da parte un discreto gruzzolo di soldi dopo aver lavorato per anni nei cantieri. Hanno perso tutto.

Oggi arrivano notize di nuove torture e nove violazioni, così come denunciato dalle stesse Nazioni Unite e da Amnesty International.

L’Alto commissario nelle Nazioni unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha riferito al Consiglio “la mancanza di controlli da parte delle autorità centrali che creano un clima favorevole alle torture e ai maltrattamenti” e ha sottolineato l’urgenza di porre i centri di detenzione, per la maggior parte illegali, sotto il controllo del governo del Cnt.

Secondo Amnesty International diversi detenuti “sono morti dopo essere stati sottoposti a tortura nelle ultime settimane”, come rilevato in alcune visite in cui i prigionieri riportavano “visibili segni di torture e maltrattamenti”, comprese “ferite alla testa, alle braccia”.
Secondo l’organizzazione i responsabili sarebbero “entità militari e di sicurezza e milizie armate”.

Medici senza frontiere invece ha annunciato che interromperà le proprie attività a Misurata, “perché ai detenuti vengono inflitte torture e viene negato l’accesso a cure mediche di urgenza”.

Anche per questo è necessario tutelare chi si trova nel nostro paese attraverso il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario.

Obiettivo 8.000!!!
Sottoscrivete e diffondete.
Diritto di scelta – Petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia

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