Un muro invisibile divide la Cap Anamur e i trentasette profughi sudanesi dalle coste italiane. Ma è un muro inflessibile: il ministero dell’interno italiano, che sta gestendo la vicenda, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. La nave tedesca non
Trentasette comuni per trentasette profughi. E’ la risposta dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) all’appello lanciato ieri da Filippo Miraglia, responsabile per l’immigrazione dell’Arci, che aveva chiesto assistenza per i naufraghi della Cap Anamur. La soluzione prevede lo stanziamento di fondi per
Trentasette naufraghi di origine africana, tutti uomini, di età compresa tra i 17 e i 30 anni, attendono ormai da tre giorni che il governo italiano si decida su cosa fare di loro. Nessuno sa chi siano. Né che aspetto abbiano. Né
Cap Anamur – Continua l’attesa della nave “Terra di nessuno”
Intervista a Pablo Trincia, giornalista di peacereporter.net
Tutti gli aggiornamenti sono tratti dal sito peacereporter.net L’arrivo della nave di un’organizzazione umanitaria tedesca appena fuori dalle acque territoriali italiane con a bordo trentasette profughi salvati su un gommone in panne al largo delle coste libiche, sta per trasformarsi in un
Bloccati, al limitar delle acque italiane. La nave Cap Anamur dell’omonima organizzazione non governativa tedesca non ha ottenuto l’autorizzazione a varcare le acque territoriali. Due motovedette della guardia costiera hanno vigilato, nel pomeriggio di ieri, che la nave con a bordo 37
Cap Anamur soccorre profughi nel Mediterraneo
Intervista con Elias Bierde, direttore di Cap Anamur